Land grabbing: contadini del Mozambico e Comboniani contro il progetto ProSavana
Il governo di Maputo vuole espropriare un’area fertile più grande del Portogallo
[5 Maggio 2015]
I funzionari del ministero dell’agricoltura e della sicurezza alimentare del Mozambico probabilmente non si aspettavano quel che è successo durante le audizioni pubbliche per il Programa ProSavana, tenutesi tra il 20 e il 29 aprile nelle province di Niassa, Nampula e Zambézia: i contadini si sono rifiutati di accettare che il progetto ProSavana venga attuato nelle loro comunità e il 28 aprile gli agricoltori e le agricoltrici di Mutuale, nel distretto di Malema, provincia di Nampula, non si sono fatti intimidire ed hanno respinto all’unanimità ProSavana.
Cosa sta succedendo in Mozambico lo avevano nuovamente denunciato al “Simposio di Limone”, tenutosi dal 7 all’11 aprile, una trentina di missionari comboniani, molti dei quali italiani, compreso Alex Zanotelli, che hanno sottoscritto l’appello “Moçambique: NÃO aos açambarcadores de terras”. Secondo i Comboniani, «Si sta per aprire in questi giorni in Mozambico, un altro capitolo molto grave di accaparramento di terre, problema comunemente noto come land grabbing. Infatti, il ministero delle politiche agricole e della sicurezza alimentare del governo di Maputo ha recentemente pubblicato un documento di 204 pagine, che ha dichiarato la concessione di 102.000 chilometri quadrati di terra arabile (ricordiamo che l’area totale del Portogallo è di 92.090 chilometri quadrati) al Consórcio ProSavana, che è costituito da imprenditori mozambicani, giapponesi e brasiliani. Queste terre fertilissime sono nella regione settentrionale del Paese, in particolare nelle province di Nampula, Lichinga e Zambezia. In questo stesso territorio vivono circa 4 milioni e 200mila persone; quindi, è incredibile che il Mozambico, che ha circa 30 milioni di ettari di terra arabile, dia circa 10,2 milioni di ettari a un consorzio privato».
Al governo di Maputo che sostiene che questo progetto andrà a beneficio dei piccoli agricoltori e contribuirà a sfamare la popolazione, contadini e Comboniani rispondono che è invece noto che ProSavana utilizzerà pochissima manodopera locale e che saranno utilizzati mezzi meccanici sofisticati, mentre la produzione agricola sarà solo per l’esportazione. Quindi i Comboniani nel loro appello si chiedono: «Dove andrà tutta la popolazione sarà costretta ad abbandonare la propria terra? E allora quale sarà l’impatto ambientale di un tale mega-progetto? Quali conseguenze avrà sulle acque sotterranee? E, infine, quali effetti politici avrà sul fragile equilibrio sul quale oggi si regge la pace in Mozambico?» I Comboniani non hanno dubbi: la decisione del governo “socialista” di Maputo di favorire il land grabbing «Ancora una volta, sarà dolorosamente pagato dai più di quattro milioni di poveri che vivono in queste regioni».
E lo hanno capito anche i contadini poveri di Malemache dicono che il progetto ProSavana non fa gli interessi del popolo mozambicano. Un piccolo agricoltore di Mutuale, Agostinho, ha detto agli esponenti del ministero: «Non vogliamo ProSavana a Mutuale perché questo programma non rappresenta gli interessi degli agricoltori sappiamo che con questo programma perderemo la nostra terra, sappiamo che gli agricoltori saranno costretti ad andare a chiedere la terra altrove come sta accadendo ora alle persone nel Distretto di Gurué, Posto Administrativo di Lioma. che sono state espulse dalla loro terra quando è entrata a far parte dell’impresa AGROMOZ. Oggi queste persone se ne sono andate da lì e sono venute a chiedere posti per vivere qui a Mutuale. Noi non vogliamo andare a chiedere i terreni in altre comunità, perché questo poi porta a conflitti tra noi».
La comunità ha ribattuto punto su punto ai funzionari governativi che dicevano che «ProSavana è un programma del governo mozambicano per i mozambicani, un sogno per i contadini del Mozambico», ma per le comunità rurali che si vorrebbe espropriare « ProSavana è un programma non diverso da altri come la Revolução Verde che hanno causato danni agli agricoltori» e un altro contadino povero di Mutuale, Armando, ha ribattuto ai funzionari ministeriali: «Questa volta non potete continuare a mentirci, per noi è chiaro che questo programma solo uno dei numerosi programmi che sono stati attuati ed hanno fallito, cioè dite una cosa ma in realtà portate qualcosa di diverso».
Ormai in Mozambico ProSavana è nota per le promesse non mantenute, sia in termini di occupazione che di mezzi di produzione agricoli e di trasferimento delle tecnologie, come accade spesso per diversi progetti di sviluppo in questo grande e poverissimo Paese africano. Un altro contadino di Mutuale, Tome, ha detto: «Non vogliamo ProSavana perché porterà alla sterilità del nostro suolo, produciamo e che possiamo ancora produrre bene anche senza questi fertilizzanti chimici. Questi fertilizzanti chimici e altri che utilizzano causano molte malattie nelle comunità vicine. Oggi abbiamo i casi di persone che vivono nei pressi della società AGROMOZ che sono sempre malate a causa delle sostanze chimiche che diffonde AGROMOZ attraverso l’irrorazione aerea». A far arrabbiare definitivamente la comunità agricola di Mutuale è stato lo staff di ProSavana, che non solo non ha risposto alle principali preoccupazioni ma poi ha fatto una presentazione in Power Point di un documento al quale la comunità non aveva mai avuto accesso prima, giustificandosi con il fatto che tanto molti contadini non sanno leggere. Il clima si è fatto tesissimo quando i tecnici di ProSavana non hanno risposto alle domande del pubblico e si sono limitati ad inquadrare il tutto in un discorso politico arrogante che alla fine ha spinto le comunità di lasciare per protesta la sala dell’incontro.
I contadini poveri e spesso analfabeti sono appoggiati da Acção Académica para o Desenvolvimento das Comunidades Rurais (Adecru) che ha inviato tre gruppi di esperti a seguire passo passo le consultazioni per ProSavana nei distretti e postos administrativos delle tre province, ai quali si aggiungono un centinaio di militanti di Adecru che vivono nelle province di Niassa, Nampula e Zambézia e che stanno facendo quotidianamente una preziosa opera di controinformazione e mobilitazione.