Dall’Alleanza per lo sviluppo sostenibile incontri coi leader politici
L’Asvis pungola i partiti in vista delle elezioni: la sostenibilità sarà nel programma elettorale?
Giovannini: «Chiediamo di garantire una legislatura decisiva per il conseguimento dei 17 Obiettivi Onu di sviluppo sostenibile», che l’Italia si è già impegnata a raggiungere. Con scarsi risultati, finora
[5 Gennaio 2018]
L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, che con i suoi oltre 180 aderenti è la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata nel nostro Paese, ha avviato un ciclo di colloqui con i rappresentanti dei partiti in corsa per le prossime elezioni: l’obiettivo è improbo quanto importante, ovvero premere affinché il prossimo Parlamento si impegni concretamente nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, tra cui la lotta alla povertà, alla disoccupazione, alle disuguaglianze, al degrado ambientale e al cambiamento climatico, al miglioramento della salute, dell’educazione e delle infrastrutture.
Il primo incontro è avvenuto con il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, cui è seguito quello con Pietro Grasso, attuale presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali – la formazione politica che per meglio rappresentare le problematiche e le sfide “ambientali” all’interno del proprio programma si è rivolta all’ormai ex presidente di Legambiente Rossella Muroni, oggi coordinatrice della campagna elettorale per LeU. Nei prossimi giorni – fanno sapere dall’Asvis – seguiranno gli incontri con gli altri leader politici.
In ogni occasione il portavoce dell’Asvis – l’ex ministro e presidente Istat Enrico Giovannini – ha illustrato e continuerà ad illustrare le proposte dell’Asvis contenute nel Rapporto pubblicato nel settembre scorso, di cui abbiamo dato conto anche su greenreport; un rapporto che appena pochi mesi fa certificava come l’Italia fosse «ancora molto distante da una condizione di sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale». Se ne deduce come il lavoro da compiere sia vasto, arduo e quanto mai necessario, soprattutto viste le premesse dalle quali dovrà evolvere: secondo i dati diffusi a ottobre dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile i leader dei principali partiti italiani non parlano praticamente mai di green economy durante le proprie uscite sui Tg nazionali.
Anche per questo l’Asvis si è impegnata a portare avanti con i rappresentanti dei partiti per discutere come intendano affrontare le sfide dell’Agenda 2030 su cui l’Italia si è impegnata nel 2015 nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Onu e realizzare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile da conseguire entro il 2030; peraltro, 22 dei 169 target in cui sono articolati gli Obiettivi prevedono una scadenza al 2020 e quindi richiedono azioni immediate.
«Il 2030 è dietro l’angolo – sottolinea al proposito Giovannini – e non possiamo perdere l’occasione di fare entrare lo sviluppo sostenibile nel confronto elettorale e nei programmi dei partiti e dei movimenti, che dovranno misurarsi sui temi che riguardano il futuro del Paese e di tutti noi. Chiediamo ai partiti che vinceranno le elezioni di garantire una legislatura decisiva per il conseguimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile e al prossimo Governo di coordinare le azioni e monitorare i progressi, onorando gli impegni presi all’Onu e lavorando affinché l’Italia si metta al passo con i paesi più virtuosi. L’Asvis provvederà nelle prossime settimane anche ad analizzare i programmi elettorali per valutare come le proposte in essi contenuti vanno nella direzione dell’Agenda 2030».
Contemporaneamente, sarebbe auspicabile che a interrogarsi sulle proprie priorità in vista del voto di marzo siano non solo i partiti politici, ma anche l’elettorato che dovrà votarli – ovvero, noi tutti cittadini italiani. Il marasma assurdamente sollevato per modi e intensità in questi giorni attorno alla norma che rende obbligatorio l’uso dei sacchetti biodegradabili non è certo il miglior viatico per un dibattito elettorale razionale, e men che meno orientato alla sostenibilità.