«L’aumento delle disuguaglianze non è inevitabile, ma il risultato di scelte politiche»
Nasce a Roma il “Forum disuguaglianze diversità”, per studiare le tendenze in atto e proporre soluzioni collettive
[20 Febbraio 2018]
La riduzione delle disuguaglianze è la grande sfida economica e sociale dei nostri giorni, alla quale l’Italia è chiamata a rispondere in modo particolarmente deciso: negli ultimi vent’anni, ad esempio, la disuguaglianza di reddito è aumentata in Italia più che in ogni altro Paese Ocse, e durante gli anni di crisi 2008-2015 il nostro Stato si è dimostrato il più inefficiente d’Europa nell’esercitare le proprie capacità redistributive. Eppure non si tratta di un trend inevitabile.
Secondo il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz quella della disuguaglianza è una scelta politica, e la stessa filosofia è quella che ha preso corpo nel Forum disuguaglianze diversità presentato a Roma nei giorni scorsi con una conferenza stampa nella Fondazione Lelio e Lisli Basso.
«Bisogna smettere di pensare che l’aumento delle disuguaglianze sia l’effetto inevitabile di cambiamenti fuori del nostro controllo. Piuttosto è il risultato di scelte politiche, culturali ed economiche», ha spiegato per l’occasione l’economista Fabrizio Barca – che oggi coordina proprio il gruppo di lavoro sulle diseguaglianze dell’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile –, ed è per documentare e cambiare queste scelte che nasce il Forum. A dargli vita – oltre alla Fondazione Basso – sette associazioni (ActionAid, Caritas italiana, Cittadinanzattiva, Dedalus cooperativa sociale, Fondazione di comunità di Messina, Legambiente e Uisp) e un gruppo di studiosi e ricercatori hanno sancito la nascita di una collaborazione dei due mondi, società civile e polo accademico, per studiare le recenti tendenze globali economiche e sociali e proporre azioni e soluzioni collettive.
Come spiegano proprio dall’ASviS, il Forum seguirà le orme del grande economista britannico Anthony Atkinson, declinandone metodo d’analisi e proposte nel contesto italiano; i promotori del Forum abbracciano dunque «la teoria secondo cui, dagli anni ’70 a oggi, tre fenomeni hanno principalmente portato agli squilibri nella distribuzione del reddito e della ricchezza in Occidente: un’inversione delle politiche pubbliche, una riduzione del potere negoziale del lavoro e un cambiamento del senso comune. Ecco perché le disuguaglianze, sostiene Atkinson, possono essere contrastate grazie a un nuovo cambio di rotta delle politiche pubbliche che includa dei meccanismi di redistribuzione ma che sia soprattutto in grado di “affrontare le disuguaglianze nel mercato” nella fase di formazione primaria dei redditi. Degli studi di Atkinson, il Forum ha voluto approfondire alcune tematiche più rilevanti per il contesto italiano, individuando alcuni precisi obiettivi. Ad esempio, anticipare e governare il cambiamento tecnologico, affinché i processi di automazione e robotizzazione non creino disoccupazione e mortificazione della dignità umana».
Il Forum svolgerà la propria missione concentrandosi in particolare su quattro particolari disuguaglianze: di ricchezza; di reddito e lavoro; nell’accesso e nella qualità dei servizi essenziali; nella partecipazione alle decisioni. Durante quest’anno d’avviamento il Forum sarà guidato da Andrea Morinoli (coordinatore) insieme a Patrizia Luongo e Silvia Vaccaro, e metterà in campo – tra le altre cose – progetti di ricerca/azione per il contrasto delle disuguaglianze e la costruzione di un “Programma Atkinson” per l’Italia. Iniziative di cui sarà molto interessante seguire gli sviluppi.
L. A.