«La centralina di rilevamento di Capannori è l’unica della Toscana che non ha registrato miglioramenti negli ultimi 10 anni»
Legambiente lancia l’allarme per la Piana di Lucca: insostenibile l’inquinamento dell’aria
Michele Urbano, presidente del circolo locale di Legambiente e responsabile Aria del Cigno verde in Toscana, parla anche degli studi che ipotizzano una correlazione tra inquinanti atmosferici e Covid-19
[26 Maggio 2020]
L’Italia è in fase di ripartenza e l’attenzione all’inquinamento atmosferico resta alta anche a Lucca e in tutta la Piana. Per capirne di più abbiamo intervistato Michele Urbano (nella foto), presidente di Legambiente Lucca.
Come sta l’aria della Piana di Lucca?
«La Piana mostra alti livelli di particolato in un’area dove gli inquinanti si disperdono male. La centralina di rilevamento di Capannori è l’unica della Toscana che non ha registrato miglioramenti negli ultimi 10 anni, mostrando livelli superiori ai valori limite per la salute umana. Non va meglio il discorso sull’ozono. La centralina di Lucca-Carignano, con 44 giorni di sforamenti all’anno, è stata nel 2019 la stazione regionale con il più alto numero di sforamenti, con valori elevati per tutto il decennio».
Costruire nuove infrastrutture stradali sembra essere la terapia…
«Studi recenti hanno evidenziato il ruolo primario del traffico delle merci su strada quale responsabile del particolato (Stortini, Arpae Emilia-Romagna, Ecoscienza 2017), la cui formazione è legata alle trasformazioni degli ossidi di azoto. Costruire nuove infrastrutture stradali, senza affrontare il problema della mobilità nel suo complesso, sposta pertanto solo il punto di emissione di questi inquinanti. Nel caso specifico degli Assi Viari di Lucca è Anas stessa a certificare un leggero aumento delle emissioni per tutti gli inquinanti attribuibile all’incremento delle percorrenze complessive in relazione alla costruzione della nuova infrastruttura. Come ben noto alle Amministrazioni, lo spostamento del punto emissivo non modifica il bilancio generale degli inquinanti».
Le amministrazioni locali quali soluzioni potrebbero attuare?
«Abbiamo presentato un pacchetto di proposte nel corso del Consiglio Comunale di Lucca, aperto, nell’aprile 2019, chiedendo una azione comune fra vari Enti nell’Area Vasta, dove si esplica la mobilità di merci e persone. Sono necessarie politiche integrate che riequilibrino la funzione del trasporto pubblico, specie quello su ferro. È strategico recuperare la relazione su rotaia con il porto di Livorno per il settore cartario. Dobbiamo puntare sulla logistica, in grado di assicurare vantaggi competitivi per aziende, con importanti ricadute ambientali: è una infrastruttura immateriale che vale 2 punti di Pil, bellamente ignorata. Ad oggi l’Amministrazione Comunale di Lucca non ha dato riscontro alla nostra proposta».
Si sente dire di un nesso fra l’inquinamento e Covid-19: è una fake-news?
«Come evidenziato da María Neira, direttrice del dipartimento Salute pubblica dell’OMS, al Guardian: “Non abbiamo ancora prove che colleghino direttamente alla mortalità, ma sappiamo che se si è esposti all’inquinamento atmosferico aumentano le possibilità di essere colpiti più gravemente. Stiamo iniziando a inviare messaggi a Paesi e regioni dicendo: se stai iniziando ad avere casi, in quelle città in cui hai un alto livello di inquinamento, rafforza il tuo livello di preparazione, perché potresti avere una mortalità più alta”. In Italia l’Iss e l’Enea stanno studiando, nel progetto Pulvirus, la possibile relazione fra inquinamento atmosferico, probabilità di contagio, comparsa dei sintomi e prognosi negativa del Covid-19. Si è osservata una maggiore suscettibilità dell’organismo umano in aree con alti livelli di PM2.5 e biossido di azoto, probabilmente legata ad un maggiore impegno infiammatorio causato da questi inquinanti. Sul punto è in atto un vivace dibattito a livello scientifico e recenti studi, in attesa di peer-review, collegano l’aumento di mortalità all’inquinamento atmosferico (Medical research council Toxicology unit dell’Università di Cambridge, Francesca Dominici dell’Università di Harvard, Conticini del Policlinico Le Scotte)».
In attesa di conferme e chiarimenti condivisi su questi studi, appare in tutta evidenza necessario, in particolare nel comprensorio della Piana di Lucca, lavorare davvero affinché l’inquinamento atmosferico diminuisca.
di Nicola Giuntini per “In cammino – Toscana oggi”