L’impatto sociale virtuoso delle cooperative ambientali di inserimento lavorativo
Rapporto di Rete 14 Luglio in collaborazione con Utilitalia e Legambiente
[28 Ottobre 2021]
«Avviare un dialogo tra Governo, multiutilities, cooperative sociali di inserimento lavorativo e parti sociali per pianificare un futuro fondato su presupposti di equità e giustizia ambientale, economica e sociale». E’ questo che si prefigge la ricerca scientifica condotta dalla Rete 14 Luglio, in collaborazione con Microcosmos e Indica, presentata durante la tavola rotonda “Prove d’orchestra – Alla ricerca di nuove armonie” che si è tenuta oggi allo stand Utilitalia ad Ecomondo – The Green Technology EXPO.
La Rete 14 Luglio, nata nel 2016, è composta da 22 cooperative sociali di inserimento lavorativo operanti nei servizi ambientali presenti in 7 regioni d’Italia con più di 4.900 lavoratori di cui 1.500 soggetti svantaggiati (più del 30% del totale soci-lavoratori).
L’obiettivo della ricerca era quello di «Stimare l’impatto sociale generato dalle cooperative sul territorio in cui operano utilizzando uno strumento di misura che suggerisca le azioni utili al miglioramento delle loro performance e che permetta di poter continuare a stimarne gli effetti nel tempo». Un lavoro, parte di un processo in divenire, che ha messo in luce la qualità del lavoro svolto dalle cooperative aderenti alla Rete e che evidenzia che «In termini di produzione le cooperative della Rete producono mediamente 7,4 milioni di euro, circa 9 volte più di un’impresa dello stesso settore ambientale che mediamente produce 837.000 di euro. Le cooperative ambientali della Rete impiegano mediamente 223 addetti, 21 volte più di quanto non facciano le imprese ambientali italiane che ne occupano mediamente 10,6. Oltre ciò, l’89,8% è assunto con contratto a tempo indeterminato, il 12,4% è straniero e più del 30% del totale dei lavoratori sono soggetti svantaggiati».
Potito Ammirati, presidente della Rete 14 Luglio, spiega che «L’obiettivo primo di questo lavoro di ricerca è quello di rappresentare l’impatto delle cooperative sociali sui territori in cui operano cercando di stimare il contributo che offrono allo sviluppo “buono” delle realtà in cui sono presenti Si tratta di un lavoro in divenire, mai realizzato prima in Italia che segna l’anno zero della misurazione dell’impatto del nostro lavoro per le città. Tale ricerca è uno strumento che permette di valutare non solo il punto d’arrivo, ma suggerisce una linea di azione per migliorare le performance future e stimarne gli effetti».
Il vicepresidente vicario di Utilitalia, Filippo Brandolini, ha sottolineato che «La collaborazione tra le aziende dei servizi pubblici e le cooperative sociali di inserimento lavorativo prosegue da molti anni in maniera proficua lungo due direttrici: quella della sostenibilità ambientale e quella dell’inclusione sociale. Si tratta di un rapporto destinato a svilupparsi ulteriormente nel prossimo futuro, in particolar modo in alcuni servizi specifici del settore di igiene urbana e rifiuti collegati agli obiettivi nazionali ed europei dell’economia circolare, come quelli del riciclo e del riuso».
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha concluso: «Le cooperative ambientali d’inserimento lavorativo hanno un grandissimo impatto in termini di occupazione e d’inclusione sociale dei soggetti più svantaggiati, e spesso coniugano perfettamente azioni a forte valenza ambientale e sociale, come nelle esperienze di economia circolare. In particolare di riuso e riutilizzo. Da qui nasce la nostra azione comune per la valutazione del regolamento per la preparazione al riuso. Un lavoro che abbiamo effettuato insieme alla Rete 14 luglio e che abbiamo inviato al MITE, alla direzione competente. La filiera del riutilizzo e del riuso sono fondamentali per la prevenzione dei rifiuti. Si va inoltre sempre più affermando quale comparto ad alta intensità di manodopera e siamo fiduciosi che il regolamento in questione possa favorirne un maggiore sviluppo. A partire da migliori e più durature condizioni d’impiego per gli operatori del settore».