
Se l'Italia chiudesse le frontiere agli stranieri l'Inps perderebbe 38 miliardi di euro al 2040

Con il suo presidente Tito Boeri, l’Inps ha illustrato oggi alla Camera i risultati del XVI Rapporto annuale prodotto dall’Istituto nazionale di previdenza sociale, all’interno del quale un focus specifico è stato incentrato sull’apporto che i lavoratori stranieri offrono alle pensioni di tutti.
Il tema dell’immigrazione è al centro del dibattito politico ed economico degli ultimi anni, in particolare in Italia, dove – ricordano al proposito dall’Inps – la quota di popolazione straniera residente è salita repentinamente da circa il 2% nel 2000 all’8,3% nel 2016. Un trend che risulta benefico per le casse pubbliche.
La sostenibilità dei sistemi pensionistici – spiegano infatti dall’Istituto – dipende in modo cruciale dalla demografia. L’entrata di stranieri, che avviene generalmente in giovane età e comunque nelle fasce attive, modifica esogenamente la struttura per età della popolazione influendo positivamente sui bilanci del sistemi di protezione: in Italia infatti la popolazione dei lavoratori stranieri è giovane, costituita per lo più da individui di età inferiore ai 45 anni.
Guardando alle categorie professionali dove esercitano gli stranieri (come lavoratori dipendenti), dove questi sono sovra-rappresentati rispetto ai nativi italiani è tra gli operai, e in particolar modo nei settori delle costruzioni e in quello alberghi&ristorazione. In media la loro penalizzazione in termini di stipendio rispetto agli italiani era del 30% nel pre-crisi, salendo poi fino al 40%: una penalizzazione rilevante, che tuttavia potrebbe dipendere dal fatto che i migranti sono tendenzialmente più giovani, occupati in settori a bassi salari ed in professioni poco qualificate, come spiega l’Inps. Difatti, introducendo l’esperienza la penalizzazione salariale si riduce intorno all’8-10% e rimane costante nel tempo.
Soffermandosi sul contributo netto dei lavoratori con cittadinanza straniera al sistema previdenziale italiano, l’Inps certifica che i risultati della propria indagine mostrano «che ad oggi questo contributo è positivo: pari a 36,5 miliardi di euro che si eleva a 46 miliardi di euro se si tenesse conto delle caratteristiche biometriche specifiche della popolazione straniera assicurata all’Inps».
All'opposto, se l’Italia decidesse di chiudere le frontiere azzerando i «flussi in entrata di contribuenti extracomunitari» al 2040 avrebbe «73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati, con un saldo netto negativo – ha dettagliato personalmente Boeri – di 38 miliardi per le casse dell'Inps».
