Al via l’iniziativa di ministero dell’Ambiente ed Enea
L’Italia «ha un tasso di riciclo a fine vita del fosforo pari a zero». Parte la Piattaforma nazionale
Attraverso il suo recupero si potrebbe arrivare a un risparmio di circa 60 milioni di euro all’anno
[27 Marzo 2019]
Il fosforo è utilizzato principalmente in agricoltura come fertilizzante, ma vanta anche numerosi utilizzi nell’industria per la produzione di alimenti zootecnici, pesticidi, detergenti e come componente di leghe metalliche. Per poterlo impiegare nei propri processi produttivi l’Italia – da sempre carente sul fronte delle materie prime – si vede però costretta a importarne ogni anno oltre 400 mila tonnellate dal Marocco, dove viene estratto in miniere sempre più in profondità e con sempre maggiori impurità; un meccanismo ormai insostenibile, per superare il quale è appena nata la Piattaforma nazionale del fosforo, che punta tutto sull’economia circolare.
Promossa dal ministero dell’Ambiente con l’Enea nel ruolo di gestore, l’obiettivo della Piattaforma è quello di «raggiungere l’autosufficienza negli approvvigionamenti di questa materia prima strategica, per la quale il nostro Paese è quasi totalmente dipendente dalle importazioni». Per questo la Piattaforma riunisce tutti gli stakeholder italiani attivi in tutte le fasi del ciclo di vita del fosforo e punta a individuare tecnologie, buone pratiche e strategie per la chiusura del ciclo del fosforo, fino all’elaborazione di un piano di sostenibilità a lungo termine, con evidenti benefici anche dal punto di vista economico: attraverso il recupero del fosforo si potrebbe arrivare a un risparmio di circa 60 milioni di euro all’anno, secondo alcune stime.
«Recuperare il fosforo da fanghi civili, agroalimentari e reflui organici per destinarlo all’agricoltura è un ottimo esempio di economia circolare – spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – Significa limitare le importazioni e portare a una graduale autonomia in questo ciclo, limitare lo sversamento nei corpi idrici e perfino dare un contributo nella lotta alle specie aliene, se pensiamo che nel mare Adriatico sono arrivate specie aliene legate all’eccesso di fosforo e di temperatura del mare come la ‘noce di mare’ che si nutre di larve di altri pesci e sta già mettendo a rischio molti stock ittici».
Del resto i buoni esempi in Europa già non mancano: in Germania e Olanda gli impianti che recuperano fosforo hanno piena sostenibilità economica anche per la riduzione del volume dei fanghi e il miglioramento della loro qualità, per la minor necessità di manutenzione degli impianti e per la vendita del fosforo stesso. Un traguardo per raggiungere il quale l’Italia dovrà lavorare ancora molto.
«Il nostro Paese ha un tasso di riciclo a fine vita del fosforo pari a zero, con un trend dei costi in aumento a causa della diminuzione delle riserve, della scarsa efficienza nell’uso e della sua dispersione nell’ambiente. Per questo – sottolinea il presidente dell’Enea Federico Testa – la Piattaforma che lanciamo oggi (ieri per chi legge, ndr) diventa cruciale per il recupero e il riciclo di una materia prima strategica in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale».