Livorno e costa toscana, «riqualificazione ambientale delle aree di crisi» per il rilancio
A Livorno l’intervento dell’assessora regionale al Lavoro, Cristina Grieco
[7 Ottobre 2016]
I siti con (ampie) superfici da bonificare, a terra come e a mare, sono una costante nelle aree di crisi che si incrociano lungo la costa toscana, da Massa Carrara a Piombino passando per Livorno. Come ha evidenziato anche recentemente l’Arpat pubblicando l’edizione provinciale dell’Annuario dei dati ambientali 2016 i progressi sul tema sono molto lenti, eppure «promuovere il rilancio della costa significa anche passare attraverso la riqualificazione ambientale delle aree di crisi».
A sottolinearlo è stata oggi l’assessora regionale al Lavoro, Cristina Grieco, intervenuta a Livorno durante il convegno La Toscana che sarà – Livorno partecipa, illustrando i temi di quel Piano regionale di sviluppo presentato dalla Regione nel maggio scorso.
All’interno del Prs sono 222,89 i milioni di euro (spalmati lungo un quinquennio) in vario modo afferibili allo sviluppo sostenibile, ma l’anima del documento rimane in divenire: altri documenti programmatici collegati, come ad esempio il Piano regionale rifiuti e bonifiche, attendono di essere aggiornati entro fine anno.
Nel mentre, sottolinea Grieco, con il Prs si concretizza «uno strumento operativo che lega l’attuazione degli indirizzi delle politiche settoriali e territoriali, come avverrà anche per l’area di Livorno. In particolare con progetti come ‘Politiche per il mare per l’Elba’ e ‘Arcipelago Toscano’, tesi a garantire e qualificare la continuità territoriale tra la terraferma e l’arcipelago toscano e l’Isola d’Elba e sviluppare la portualità minore, favorendo l’ammodernamento delle infrastrutture del settore ittico; contrastando l’erosione costiera e favorendo la conservazione dell’integrità degli eco-sistemi marini. Ma anche tutelando la qualità dell’ambiente marino, a partire dalle acque di balneazione, aumentando l’efficacia delle azioni di controllo e prevenzione dei rischi ambientali».
Come ha avuto modo di chiarire l’Irpet nella sua relazione “Gli interventi per il rilancio della costa Toscana. Una politica di sviluppo territoriale” il gap in termini di Pil e occupazione sulla costa rispetto alle aree interne rimane più che marcato.
Nello stesso contesto si collocano anche «il potenziamento delle infrastrutture dei porti di interesse nazionale come Livorno e Piombino e la loro sicurezza, riequilibrando al contempo il trasporto modale di merci fra gomma e ferro». Un equilibrio tra minimizzazione degli impatti ambientali e massimizzazione di quelli economici e sociali che – come sempre accade – non è semplice da trovare, ma che diventa essenziale per un’area come quella della costa toscana.
Da questo punto di vista inseguire l’obiettivo di un complessivo rilancio della competitività della Costa toscana significa anche, sottolinea Grieco, promuovere «la valorizzazione e l’utilizzo dei materiali di cava, privilegiando il riuso dei materiali assimilabili, e favorire l’insediamento di nuove attività economiche». Un tema, questo, centrale soprattutto nel sud della costa toscana, dove da anni sono attive cave dalle quale vengono estratti sia materiali preziosi e insostituibile per l’industria – il microcristallino – sia altri che sarebbero invece perfettamente sostituibili, con minori impatti ambientali, da materiali riciclati.