Si punta a un partenariato pubblico-privato da 11 miliardi di euro

Microchip, dall’Europarlamento due proposte per sostenere l’industria dei semiconduttori

«Sono parte integrante della transizione digitale e verde dell'Ue, nonché della nostra agenda geopolitica»

[16 Febbraio 2023]

I microchip elettronici, ovvero i circuiti integrati realizzati con semiconduttori, sono elementi essenziali per i prodotti digitali e ormai ubiqui nelle nostre attività quotidiane: per fare un esempio, un telefono cellulare contiene circa 160 circuiti diversi, mentre le auto elettriche ibride possono contenere fino a 3.500 circuiti.

La produzione di circuiti integrati dipende però da una filiera estremamente complessa e distribuita a livello globale: una grande azienda di semiconduttori può contare fino a 16.000 fornitori altamente specializzati situati in diversi paesi, e questo rende estremamente vulnerabile la catena di approvvigionamento, come mostra plasticamente l’attuale crisi globale dei semiconduttori, col settore che sta riscontrando grandi difficoltà a riprendersi dallo shock causato dalla pandemia.

Per questo l’Ue sta definendo un’European chips act (o legge europea sui semiconduttori), che punta all’aumento della produzione di semiconduttori in Europa. Il Parlamento europeo ha confermato ieri la propria posizione sulla proposta ed è pronto ad avviare i negoziati con i governi degli Stati membri; al contempo, gli eurodeputati hanno assunto una posizione negoziale anche sull’impresa comune “Chip”, un partenariato pubblico-privato con cui l’Ue punta a mettere in comune circa 11 miliardi di euro.

Attualmente, la capacità produttiva dell’Ue per i semiconduttori è inferiore al 10% su scala mondiale, mentre la normativa proposta punta ad aumentare questa quota al 20%.

«Il Chips act dell’Ue – spiega il relatore, Dan Nica – dovrebbe affermare l’Europa come attore chiave nell’arena globale dei semiconduttori. Non solo il bilancio deve essere commisurato alle sfide e finanziato con denaro fresco, ma l’Ue deve essere leader nella ricerca e nell’innovazione, avere un ambiente favorevole alle imprese, un processo di autorizzazione rapido e investire in una forza lavoro qualificata per il settore dei semiconduttori. Il nostro obiettivo è garantire la crescita in Europa, prepararsi alle sfide future e disporre dei giusti meccanismi per affrontare le crisi».

Sulla stessa linea d’onda la relatrice sull’impresa comune Chip, Eva Maydell: «I microchip sono parte integrante della transizione digitale e verde dell’Ue, nonché della nostra agenda geopolitica. Chiediamo nuovi finanziamenti che riflettano l’importanza strategica del settore europeo dei chip. Anche i partner e i concorrenti dell’Europa stanno investendo molto nei loro impianti di semiconduttori, nelle loro competenze e nell’innovazione. Forse non abbiamo l’enorme potenza finanziaria degli Stati Uniti, ma il bilancio offerto dalla Commissione e dal Consiglio deve riflettere la serietà della sfida».