I mercati di Francia e Germania si stanno sviluppando quattro volte più velocemente

Nell’ultimo anno auto elettriche cresciute del 35% in Italia, ma è allarme sui nuovi incentivi

Motus-E: «I benefici di un incentivo rischiano di essere spazzati via se non si passa subito dall’annuncio all’effettiva attuazione»

[3 Gennaio 2024]

Dopo la battuta d’arresto subita nel corso del 2022, nel corso dell’ultimo anno le auto elettriche (full electric) immatricolate in Italia sono state 66.276, con un aumento del 35,1% che quasi raddoppia la performance del mercato auto in generale (1.572.144 immatricolazioni totali, +18,9%).

Il passo avanti si è però limitato a riportare il mercato italiano delle auto elettriche ai livelli del 2021, a fronte della costante crescita registrata negli altri principali Paesi europei.

Basti osservare che nel periodo gennaio-novembre (dato più recente disponibile per il confronto) la quota di mercato delle auto elettriche in Italia si è fermata al 4,1% (salirà al 4,2% contando anche dicembre) mentre in Spagna è arrivata al 5,6%, in Francia al 16,4% e in Germania al 18,1%, oltre quattro volte il dato nostrano.

«Il 2024 può e deve essere l’anno del cambio di passo per il mercato auto italiano, ma in questo momento c’è grande apprensione tra gli attori della filiera e tanta confusione tra i cittadini», dichiara Francesco Naso, il segretario generale di Motus-E, l’associazione che rappresenta gli stakeholder della mobilità elettrica: «Purtroppo all’annuncio della rimodulazione degli incentivi auto non è seguita una tempestiva formalizzazione della disponibilità delle risorse, il che rischia da un lato di creare il caos tra gli operatori, che non hanno ancora informazioni sulla nuova piattaforma per l’ecobonus, e dall’altro di paralizzare il mercato, perché i potenziali acquirenti sono naturalmente portati ad attendere le nuove agevolazioni prima di decidere come muoversi».

Ma non è solo questione di tempistiche, dato che per l’associazione si confermano criticità anche nell’ormai prossimo aggiornamento degli incentivi, a partire dal permanere di «un cap di prezzo per le auto elettriche incentivabili incomprensibilmente più basso di quello delle ibride plug-in».

Naso guarda comunque al bicchiere mezzo pieno: «La riformulazione degli incentivi, a quanto si apprende, porterà con sé elementi di miglioramento importanti, dall’aumento del differenziale tra il bonus per le auto elettriche e quelle endotermiche – che pure resta un unicum italiano – al potenziamento del canale delle flotte aziendali, che ha un enorme potenziale inespresso e che potrà alimentare il nascente mercato dell’usato a zero emissioni, decisivo per poter avvicinare sempre più persone a questa tecnologia. Vale osservare però che proprio il già citato cap di prezzo potrebbe limitare gli effetti dell’importante apertura sulle flotte».

Tuttavia, conclude il segretario generale di Motus-e, i benefici di un incentivo «rischiano di essere spazzati via se non si passa subito dall’annuncio all’effettiva attuazione. Siamo fiduciosi che il Governo abbia la piena contezza della situazione e che possa intervenire in tempi rapidi per evitare una pericolosissima paralisi del mercato».