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Presentata alla Camera la petizione rivolta al ministro Cingolani

No a nucleare e gas nella tassonomia verde europea, Muroni: «Far decollare le rinnovabili»

«Facciamo semplificazioni vere per le fonti energetiche pulite, perché per installare un impianto in Italia servono 5 anni in media solo per avere le autorizzazioni»
 |  Green economy

Oltre duemila persone hanno già firmato la petizione per dire no all’inserimento di nucleare e gas all’interno della tassonomia verde europea, lanciata su Change.org dall’Osservatorio per la transizione ecologica e presentata ieri – insieme a FacciamoEco – in una conferenza stampa tenutasi alla Camera.

Come spiegano i promotori, del resto «il nucleare di quarta generazione ancora non esiste nel mondo reale e sempre nel mondo reale ancora non è stata risolto il problema della sicurezza durante il funzionamento e delle scorie. Quanto al nucleare sicuro, i disastri di Three Miles Island, Chernobyl e Fukushima ci ricordano che anche quello è una chimera. Ci sono poi altre due ragioni molto pratiche per opporsi alla cordata pro-nucleare capeggiata dalla Francia: l’energia atomica ha costi e tempi incompatibili con la transizione ecologica. Visto che lo sforzo maggiore per compiere la transizione ecologica lo dobbiamo fare da oggi al 2030, il nucleare è impraticabile anche per una questione di tempi».

Sul punto è utile ricordare anche la posizione espressa nei giorni scorsi dal Nobel per la fisica Giorgio Parisi, secondo cui sulla questione nucleare «bisogna guardare al rapporto danni-benefici e tutto dipende dal Paese. Se Chernobyl fosse stata in Val Padana, con una popolazione molto superiore a quella zona dell’allora Urss, avrebbe provocato milioni di morti. In ogni caso è da escludere in Paesi come l’Italia densamente abitati. Per la quarta generazione degli impianti nucleari a fissione di cui si parla perché più sicuri, adesso esistono solo prototipi che devono dimostrare la loro qualità; tuttavia sono sempre da escludere dove vive la gente. È diverso se i cinesi vogliono realizzarle in zone remote».

E per quanto riguarda il gas? «È del tutto evidente – incalzano i promotori della petizione – che una fonte fossile è inquinante e non può essere considerata green. Siccome non abbiamo tempo né risorse infinite dobbiamo concentrare tutti gli sforzi sulle rinnovabili e impedire che una parte dei finanziamenti europei per le energie rinnovabili finiscano per sostenere atomo e fossili».

«Anziché perdere tempo con gas ed energia atomica – conclude la deputata Rossella Muroni per FacciamoEco – concentriamoci sulle soluzioni che già oggi abbiamo: rinnovabili, sistemi di accumulo, smart grid, efficienza, innovazione. E facciamo semplificazioni vere per le fonti energetiche pulite, perché se per installare un impianto in Italia servono 5 anni in media solo per avere le autorizzazioni, i 70 GW di rinnovabili che ci servono per ridurre del 55% le nostre emissioni non riusciremo a farli entro il 2030. E forse neanche per il 2050. Invece di perdere tempo delirando di nucleare e di legarci al gas per i prossimi 30 anni, è sull’urgenza di far decollare le rinnovabili che credo si dovrebbe concentrare il ministro Cingolani».

Redazione Greenreport

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