Skip to main content

Non solo auto e furgoni, dall’Ue nuovi target anche per le emissioni di CO2 dei mezzi pesanti

Arriva da qui un quarto di tutte le emissioni di gas serra del trasporto sul strada. Camion, autobus e rimorchi dovranno tagliarle in media del 45% a partire dal 2030 fino ad arrivare a -90% al 2040
 |  Green economy

Mentre l’Europarlamento approvava il divieto di vendita a partire dal 2035 di nuove auto e furgoni con emissioni di CO2 superiori a zero, ieri la Commissione Ue ha proposto nuovi target per autobus e camion.

Si tratta di un comparto estremamente rilevante dal punto di vista emissivo: ad oggi camion, autobus urbani e pullman a lunga percorrenza generano oltre il 6% delle emissioni totali di gas serra dell'Ue e più del 25% delle emissioni di gas serra del trasporto su strada. Una performance che finora ha continuato a peggiorare, dato che le emissioni prodotte dai veicoli pesanti sono aumentate di anno in anno dal 2014 (tranne nel 2020 a causa della pandemia).

La stragrande maggioranza dei veicoli pesanti del parco veicoli dell'Ue (99%) funziona con motori a combustione interna alimentati prevalentemente da combustibili fossili importati, come il diesel. Ciò aggrava la dipendenza energetica dell'Ue e l'attuale volatilità del mercato dell'energia.

Per questa molteplicità di fattori, che costituiscono un freno oggettivo alla transizione ecologica, la Commissione propone adesso un’inversione di rotta, introducendo obiettivi più ambiziosi a partire dal 2030 per camion (di oltre 5 tonnellate), gli autobus urbani e i pullman a lunga percorrenza (di oltre 7,5 tonnellate) nonché i rimorchi (veicoli senza motore trainati da veicoli a motore).

Più nello specifico, per questi veicoli pesanti le emissioni di CO2 diminuirebbero in media, rispetto ai livelli del 2019, di: 45% a partire dal 1º gennaio 2030; 65% a partire dal 1º gennaio 2035; 90% a partire dal 1º gennaio 2040; inoltre, dal 2030 in poi tutti i nuovi autobus in circolazione nelle città dell'Ue non potranno più produrre emissioni (quota del 100 % di veicoli a emissioni zero).

«L'Unione è leader nel mercato della produzione di camion e autobus e un quadro giuridico comune l'aiuta a mantenere questa posizione in futuro – argomentano nel merito dalla Commissione – In particolare, gli standard rivisti danno un segnale chiaro a lungo termine che orienta l'industria dell'Unione verso investimenti nelle tecnologie innovative a zero emissioni e incentiva la diffusione delle infrastrutture di ricarica e rifornimento».

Con questi nuovi target proposti dalla Commissione, la domanda di combustibili fossili –  principalmente di prodotti petroliferi come il diesel – dovrebbe diminuire di circa 2 miliardi di barili di petrolio nel periodo 2031-2050. Un maggior rigore nei livelli di CO2 andrà a vantaggio anche degli operatori e degli utilizzatori dei trasporti, che vedranno ridurre i costi del carburante e della proprietà dei veicoli. Il costo totale della proprietà per i primi utilizzatori di un veicolo pesante nuovo diminuirà notevolmente: si avranno risparmi dell'ordine di 9mila euro per un veicolo acquistato nel 2030 e di 41mila euro per un veicolo acquistato nel 2040.

Dal punto di vista tecnologico, sono state individuate tre opzioni che favoriscono l'azzeramento delle emissioni: le batterie, le celle a combustibile e l'idrogeno. Puntare invece sui carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio incentiverebbe a usare nei trasporti su strada i carburanti invece necessari per decarbonizzare settori con meno alternative, come il trasporto aereo e marittimo.

Per questo la Commissione ha proposto, in particolare, di installare punti di ricarica e rifornimento a distanza regolare sulle autostrade principali: ogni 60 km per la ricarica elettrica e ogni 150 km per il rifornimento di idrogeno.

Si tratta di obiettivi ambiziosi, anche se gli ambientalisti chiedono uno sforzo aggiuntivo: «Le politiche Ue sul clima che stanno sostenendo l'elettrificazione delle auto sono assolutamente necessarie anche per i mezzi pesanti – commenta Andrea Boraschi, responsabile Veicoli puliti di T&E Italia – Ma senza obiettivi più ambiziosi già a partire dal 2030, i camion diesel continueranno a circolare numerosi sulle nostre strade nei decenni a venire. Con un percorso di transizione troppo lento, inoltre, l'Europa rischia di non sostenere adeguatamente gli investimenti nella produzione di batterie e nella lavorazione delle materie prime come i metalli, spingendo le aziende a delocalizzare la produzione negli Stati Uniti per trarre vantaggio dai benefici dell’Inflaction reduction act approvato dall’amministrazione Biden. La mancata indicazione di una scadenza definitiva per i camion inquinanti è una pavida concessione all’industria e una pessima notizia per il clima: entro il 2035 i camion elettrici saranno più economici dei diesel, garantendo la stessa capacità di percorrenza e di trasporto merci. Senza una indicazione chiara da parte della Ue, tuttavia, i mezzi diesel potranno continuare a inquinare i nostri polmoni e il pianeta ben oltre lo stretto indispensabile».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.