Skip to main content

Non solo Tav: Pendolaria, i 10,8 miliardi di euro che mancano alla cura del ferro italiana

Oltre al dibattito sì-no Tav Legambiente censisce 26 tra linee ferroviarie, metro e tram che permetterebbero una mobilità più sostenibile per 12 milioni di persone
 |  Green economy

La manifestazione Sì Tav del 10 novembre ha portato in piazza a Torino dalle 25mila alle 30mila persone (secondo le stime di questura e organizzatori, rispettivamente); quella No Tav dell’8 ottobre altre 20-70mila persone (di nuovo stime di questura e organizzatori). Ci sono però molte altre tratte ferroviarie che attendono di essere portate a compimento: non sono “grandi opere” come la Tav, e per questo non ricevono la stessa attenzione mediatica, ma completarle significherebbe migliorare la qualità della vita e dell’ambiente in molti territori italiani.

Le anticipazioni del nuovo dossier Pendolaria, diffuso oggi da Legambiente, mettono a fuoco 26 opere su ferro incompiute, bloccate e senza risorse: si tratta di linee di metropolitane, tram e collegamenti ferroviari, di cui potrebbero beneficiare oltre 12,38 milioni di persone. Secondo i conti offerti dall’associazione ambientalista i costi per portare a termine i lavori ammontano a 14,87 miliardi di euro, mentre i finanziamenti disponibili sforano di poco il muro dei 4 miliardi: all’appello mancano dunque circa 10,8 miliardi di euro.

Di che opere si tratta? Sono linee di metropolitane e tram indispensabili a recuperare i problemi di congestione del traffico a Roma, Torino, Bologna, Palermo, Cagliari. Linee ferroviarie al Sud che versano in uno stato di degrado senza speranza dalla Calabria alla Sicilia, dal Molise alla Sardegna, alla Puglia. E collegamenti ferroviari al Sud come al Nord che risultano fondamentali per le merci (come dal porto di La Spezia al Brennero, o da quello di Ancona a Roma) e per i collegamenti tra tanti centri rimasti in questi anni senza un servizio degno di questo nome (in Piemonte sono state tagliate 14 linee per 480 chilometri). In particolare, per i pendolari delle 10 linee ferroviarie peggiori d’Italia nulla è cambiato. Non c’è nessuna buona notizia da trasmettere rispetto alla situazione che vivono coloro che ogni giorno prendono i treni sulle tratte ferroviarie Roma-Lido, Circumvesuviana, Reggio Calabria-Taranto, Verona-Rovigo, Brescia-Casalmaggiore-Parma, Agrigento-Palermo, Settimo Torinese-Pont Canavese, Campobasso-Roma, Genova-Savona-Ventimiglia e Bari-Corato-Barletta. Stesse linee, stessi treni, stessi disagi, a testimoniare la scarsa qualità del servizio che accomuna diverse aree del Paese.

«Quando si parla di incompiute in Italia – commenta il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – ci si concentra sempre sulle grandi opere, senza considerare quelle da realizzare dove, in realtà, si trova larga parte della domanda di trasporto. Nelle aree urbane vive il 42% della popolazione nazionale, ed è qui che sono i maggiori ritardi infrastrutturali rispetto al resto d’Europa, e soprattutto congestione del traffico e inquinamento. Dal 2002 a oggi – prosegue Zanchini – i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade. Queste priorità vanno cambiate altrimenti sarà impossibile dare una speranza ai pendolari. Per questo chiediamo che le 26 opere prioritarie per i pendolari, oggi ferme e senza risorse sufficienti, diventino la priorità di investimento dei prossimi anni. Va inoltre potenziato il numero di treni in circolazione, in particolare nelle città e al Sud, per dare un’alternativa rispetto all’auto ogni giorno a milioni di persone. Il Governo del cambiamento si impegni in questa direzione a partire dalla legge di Bilancio, dove purtroppo non ci sono le novità che i pendolari attendevano».

Novità che, indipendentemente dai vari schieramenti Sì Tav o No Tav, sarebbero finalmente in grado di rendere più coerente anche la progettazione delle famose “grandi opere”. Come giustificare infatti la continua mancanza degli oltre 10 miliardi di euro necessari secondo Legambiente a completare le 26 opere su ferro oggetto d’indagine, se nel corso dell’ultima legislatura sono state realizzate 3.900 km tra strade provinciali, regionali e nazionali oltre a 217 km di autostrade, a fronte di soli 62,6 km di linee ferroviarie ad alta velocità, 58,6 km di metropolitane, 34,5 km di tramvie (senza dimenticare la sospensione o cancellazione di linee ferroviarie per 205 km)? Come perorare la causa di un collegamento ferroviario tra Torino e Lione mentre al contempo in Piemonte sono state tagliate 14 linee su ferro per 480 chilometri? Opere locali e “grandi opere” naturalmente non si escludono a priori a vicenda. Ma occorre saper tenere insieme il quadro della situazione nella sua interezza.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.