Nucleare, l’impianto Hinkley Point slitta fino al 2031: i costi salgono a oltre 50 miliardi
La società francese Edf ha comunicato le nuove stime in merito al progetto in corso nel Regno Unito, che avrebbe dovuto produrre elettricità a partire dal 2017
[24 Gennaio 2024]
Uno dei principali leader globali nel mercato nucleare, la società francese Edf, ha rivisto al rialzo le stime sulle tempistiche e i costi necessari a completare il suo progetto Hinkley Point C da 3,2 GW in corso da anni nel sud-ovest del Regno Unito.
Ad oggi sono tre gli scenari in campo, che fanno slittare l’entrata in funzione del primo dei due reattori previsti – mentre per il secondo non vengono fornite stime – in un periodo temporale compreso tra il 2029 e il 2031.
I relativi costi sono compresi in una fascia di prezzo che va da 31 a 35 miliardi di sterline, espressi in valori del 2015. Tenendo conto dell’inflazione, questo significa 46 miliardi di sterline ai prezzi odierni, ovvero quasi 54 miliardi di euro al cambio attuale.
Si tratta di previsioni completamente fuori scala rispetto a quelle inizialmente presentate per la conclusione del progetto, di cui si parla almeno dal 2007, quando l’allora ad di Edf affermava che Hinkley Point C avrebbe prodotto elettricità entro la fine del 2017.
Nel 2011 Edf stimava come necessari 6 anni per il completamento del progetto; quando la costruzione dell’opera è effettivamente iniziata, ovvero nel 2016, il budget iniziale era di 18 miliardi di sterline, con una data di completamento prevista nel 2025.
«Hinkley Point C non è un progetto governativo e quindi eventuali costi aggiuntivi o superamenti del programma sono responsabilità di Edf e dei suoi partner e non ricadranno in alcun modo sui contribuenti», commenta nel merito il portavoce del dipartimento per la Sicurezza energetica e lo zero netto del Regno Unito.
Non è chiaro quanto possano stare tranquilli anche i contribuenti francesi, dato che Edf è stata completamente nazionalizzata dalla Francia nel 2022, anche a causa delle crescenti difficoltà incontrate nella gestione dei propri impianti nucleari.
Nel caso specifico di Hinkley Point C, a suo tempo Edf ha accettato di assumersi il rischio e di pagare l’intero costo di costruzione, compresi eventuali aumenti. Ciò è avvenuto in cambio di un prezzo concordato per l’energia elettrica, nettamente superiore al prezzo medio del 2015 e destinato a crescere in linea con l’inflazione.
Nel frattempo, nell’Unione europea continua il progressivo declino dell’energia nucleare, con una produzione in calo di un quarto (-24,7%) dal 2013. Secondo gli ultimi dati aggiornati da Eurostat (2022), le fonti rinnovabili producono già circa il doppio dell’elettricità rispetto a quella che arriva dall’energia atomica.
Una prospettiva che non sembra destinata a cambiare rotta nel breve come anche nel medio termine. Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) indica chiaramente nelle rinnovabili le tecnologie più efficienti sotto il profilo dei costi per contenere le emissioni di CO2, mentre l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) documenta che le rinnovabili continueranno ad essere più convenienti rispetto al nucleare – guardando sia ai costi di produzione sia a quelli di sistema – al 2030 come anche nel 2050.