Il Wwf in Senato: «Iniziative che mirano a depotenziare la tutela della natura»
Parlamento e Governo Meloni stanno voltando le spalle all’ambiente in Costituzione
A due anni dalla legge costituzionale salutata come un grande progresso, sono diverse le norme già approvate o all’esame che hanno deciso di ignorarla
[26 Febbraio 2024]
Nel febbraio di due anni fa la Costituzione italiana è stata modificata quasi all’unanimità dalla Camera, per introdurvi la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi (art. 9), oltre a stabilire che l’iniziativa economica, pur essendo libera, non possa svolgersi in modo da recare danno all’ambiente, ma anzi deve essere indirizzata e coordinata anche a fini ambientali (art. 41).
Un’innovazione legislativa allora salutata come «epocale» ma che finora si è rivelata sterile, in quanto Parlamento e Governo Meloni se ne stanno facendo beffa, forse incoraggiati dal fatto che neanche un terzo dei cittadini italiani dichiara di sapere che è stata approvata una riforma costituzionale che ha inserito nella nostra Costituzione la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.
È quanto emerso oggi nel corso di un convegno organizzato dal Wwf presso la sala Zuccari del Senato, dove gli ambientalisti hanno documentato come diverse norme già approvate o all’esame del Parlamento stiano ignorando la modifica costituzionale.
Qualche esempio? Si va dal il ddl 948 di Fratelli d’Italia, che intende modificare ben 18 articoli della legge quadro sulle aree naturali protette, alla legge di Bilancio 2023, che consente ai cacciatori di esercitare un’attività assimilabile a quella venatoria anche in periodi di divieto di caccia, nelle aree protette e persino nei parchi urbani, fino al dl 2/2023 che impedisce la sospensione dei lavori e il sequestro degli impianti produttivi anche in presenza di reati riguardanti la salute e l’ambiente.
«In questi due anni si sarebbe dovuto dare corso alle modifiche costituzionali, adeguando le norme approvate in precedenza. Al contrario – dichiara Luciano Di Tizio, presidente del Wwf – abbiamo assistito ad iniziative parlamentari e governative che mirano a depotenziare la tutela dell’ambiente e della natura, danneggiando così l’interesse delle nuove generazioni a vivere in un ambiente tutelato e sano».
E quanto fatto finora rischia di essere solo l’antipasto. Nelle scorsi mesi e settimane, il Wwf ha lanciato l’allarme sull’autonomia differenziata proposta dal ministro Calderoli – che tra le materie trasferibili alle Regioni comprende anche la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema –, mentre adesso nuovi rischi si affacciano con l’annunciata riforma del Codice ambientale.
«Avviata dal Governo con la creazione di una specifica Commissione, dovrà tenere conto – sottolineano dal Panda nazionale – dei nuovi principi introdotti negli articoli 9 e 41 della Costituzione. Sarà questa la prima occasione organica e strutturata per dare piena attuazione alle modifiche introdotte nella Carta, ponendo fine al contempo, da qui al dicembre 2024 (termine entro cui dovranno essere presentati i decreti legislativi di riforma delle materie ambientali), alla presentazione e all’approvazione di norme contro la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi».
Nel frattempo si fa però largo l’idea di dover sempre più ricorrere ai tribunali per far rispettare la tutela dell’ambiente, dato che la qualità dell’azione legislativa scarseggia. E a rimetterci non è certo “solo” la natura.
Con la modifica costituzionale di due anni fa viene infatti «tutelato non solo un ambiente dato, ma il riferimento alle future generazioni proietta in una dimensione futura, la protezione non meramente contingente, ma sistemica, come tale capace di migliorare la vivibilità del Pianeta. E in futuro sarà sempre più la Giurisprudenza a tutelare l’ambiente», osserva il vicepresidente della Corte costituzionale, Giulio Prosperetti, intervenuto questa mattina al convegno in Senato.