Piombino, gli assessori a Bilancio e Lavori pubblici contrari alla variante urbanistica
In Giunta comunale l’assessore Ferracci ha rassegnato le dimissioni, Gelichi ha votato contro l’atto. Il sindaco Ferrari: andiamo avanti
[7 Settembre 2020]
La variante urbanistica con la quale il Comune di Piombino si propone di cambiare la destinazione d’uso dell’area Rimateria (58 ettari) da “aree e attrezzature per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, e attività assimilate” a parco pubblico urbano – queste almeno le intenzioni iniziali – ha portato oggi a delle defezioni nella Giunta.
Come dichiara il sindaco Ferrari «oggi la Giunta è stata chiamata a votare un atto che desse ancora più forza alla volontà politica di portare la variante in approvazione», attesa per il 16 settembre dopo l’ultimo slittamento il giugno scorso.
Prima del voto però «l’assessore Ferracci ha espresso delle remore sulla nostra volontà di portare avanti la variante e ha rassegnato le sue dimissioni», mentre «riccardo Gelichi ha votato contro l’atto». Si tratta rispettivamente degli assessori al Bilancio e ai Lavori pubblici del Comune di Piombino.
«Con Ferracci – spiega il sindaco – abbiamo ritenuto consensualmente di mantenere la nostra collaborazione finché non troveremo un sostituto. Ciò che per me è inammissibile è il voto contrario di Riccardo Gelichi, una persona che da anni vive la città ricoprendo anche il ruolo di consigliere comunale di opposizione al mio fianco durante la precedente consiliatura».
Sulla questione della variante, però, pende tra le altre cose la causa intentata da uno dei due soci privati di Rimateria, Navarra, che chiede 25 milioni di euro per i danni che deriverebbero dall’azione del Comune di Piombino: un atto di cui potrebbero essere chiamati a rispondere in solido non solo le casse comunali ma anche quanti voteranno la variante. Va da sé, in ogni caso, che anche se la variante urbanistica venisse approvata non basterebbe un pezzo di carta per trasformare quattro discariche in un parco pubblico: secondo Legambiente Val di Cornia, che a febbraio ha avanzato nove osservazioni puntuali nel merito, al contrario la variante è «un atto che concretamente impedisce gli interventi di risanamento ambientale di quell’area, al contrario di ciò che l’amministrazione vuole far credere».
Ma l’iter per la variante, nelle intenzioni del sindaco, continuerà ad andare avanti: «Siamo disposti a perdere chiunque metta altri interessi davanti al bene del territorio. Pertanto è ferma convinzione, mia e di tutta l’amministrazione, di portare coerentemente avanti la procedura per la variante».