Più di 4 miliardi di persone non hanno nessuna protezione sociale
Ilo: i Paesi invia di sviluppo dovrebbero investire 1.200 miliardi di dollari per garantire una protezione sociale minima. Ma non li hanno
[21 Settembre 2020]
Secondo il nuovo studio “Financing gaps in social protection: Global estimate and strategies for developing countries in light of the COVID-19 crisis and beyond”dell’International labour organization (Ilo), «Per il solo 2020, I Paesi in via di sviluppo avrebbero bisogno di investire circa 1.200 miliardi di dollari, cioè in media il 3,8%del loro PIL, per garantire almeno una sicurezza minima in materia di reddito, così come l’accesso a dei servizi essenziali in materia sanitaria».
Lo studio evidenzia che, dall’inizio della pandemia di Covid-19, il gap in materia di finanziamenti per la protezione sociale è aumentato del 30%e questa è «la conseguenza dei bisogni accresciuti in servizi sanitari e di sicurezza in materia di reddito per le persone che hanno perso il loro lavoro durante il confinamento e della riduzione del PIL provocata dalla crisi». La situazione è particolarmente grave nei Paesi a basso reddito che avrebbero bisogno di spendere circa il 16%del loro PIL per colmare il gap esistente, cioè circa 80 miliardi di dollari. Questo gap è particolarmente pesante nell’Asia centrale e occidentale, nell’Africa del nord e in quella subsahariana:tra l’ 8 e il 9% del loro PIL.
Secondo Shahrashoub Razavi, direttrice del dipartimento protezione sociale dell’Ilo, per i Paesi a basso reddito, «Le risorse finanziarie a livello nazionale sono lontane dall’essere sufficienti. Colmare il gap finanziario annuo necessiterà di fondi venuti dall’estero e basati sulla solidarietà internazionale».
L’Ilo ricorda che «Già prima della crisi del Covid-19, la comunità internazionale non riusciva a rispettare gli impegni politici e giuridici nel campo della protezione sociale che erano stati presi durante la crisi finanziaria del 2008, l’ultimo cataclisma che aveva colpito il mondo intero. Attualmente, solo il 45% della popolazione mondiale è concretamente coperta da almeno una prestazione in materia di protezione sociale. Il resto della popolazione, cioè più di 4 miliardi, non beneficia di alcuna protezione».
Delle misure prese a livello nazionale e internazionale per ridurre le conseguenze economiche della crisi del Covid- 19 hanno permesso di fornire un aiuto economico a breve termine. Il rapport sottolinea che «Alcuni Paesi hanno cercato dei modi innovativi per accrescere lo spazio di bilancio e permettere così l’estensione della protezione sociale come, per esempio, delle tasse sui profitti realizzati sulle vendite delle grandi tech companies, la tassazione unitaria delle multinazionali, delle tasse sulle transazioni finanziarie e sui biglietti aerei. Mentre si cominciano già a vedere delle misure di austerity anche se la crisi perdura, questi sforzi sono più urgenti che mai».
L’Ilo conclude: «La mobilitazione globale deve integrare gli sforzi nazionali. Le istituzioni finanziarie internazionali e le agenzie di cooperazione allo sviluppo hanno già rilasciato sbloccato dotazioni di bilancio per aiutare i governi dei Paesi in via di sviluppo a gestire diversi aspetti della crisi, ma sono necessarie risorse aggiuntive per colmare il gap finanziario, in particolare nei Paesi a basso reddito».