Più di 4 miliardi di persone non hanno nessuna protezione sociale
World Social Protection Report 2020-22 ILO: il Covid-19 ha aggravato il gap di protezione sociale tra Paesi ricchi e poveri
[2 Settembre 2021]
Secondo il “World Social Protection Report 2020-22: Social protection at the crossroads – in pursuit of a better future“ pubblicato dall’International Labour Organization (ILO), «Nonostante l’espansione mondiale senza precedenti della protezione sociale durante la crisi del Covid-19, più di 4 miliardi di persone in tutto il mondo rimangono completamente non protette».
Il rapporto denuncia che «La risposta alla pandemia è stata disomogenea e insufficiente, aggravando il divario tra Paesi con livelli di reddito alto e basso e non riuscendo a garantire la necessaria protezione sociale che tutti gli esseri umani meritano». L’ILO ricorda che «La protezione sociale include l’accesso all’assistenza sanitaria e la sicurezza del reddito, in particolare in relazione a vecchiaia, disoccupazione, malattia, disabilità, infortunio sul lavoro, maternità o perdita di una delle principali fonti di reddito, nonché per le famiglie con figli».
Il direttore generale dell’ILO, Guy Ryder, ha avvertito che «I Paesi sono a un bivio. Questo è un momento cruciale per sfruttare la risposta alla pandemia per costruire una nuova generazione di sistemi di protezione sociale basati sui diritti. Questi possono proteggere le persone da crisi future e dare ai lavoratori e alle imprese la sicurezza per affrontare le molteplici transizioni future con fiducia e speranza. Dobbiamo riconoscere che una protezione sociale efficace e completa non è essenziale solo per la giustizia sociale e un lavoro dignitoso, ma anche per creare un futuro sostenibile e resiliente».
Il nuovo rapporto fornisce una panoramica globale dei recenti sviluppi dei sistemi di protezione sociale, compresi i piani di protezione sociale, e sull’impatto della pandemia di Covid e individua le lacune nella protezione e formula raccomandazioni politiche chiave, anche in relazione agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Dal World Social Protection Report emerge che «Attualmente, solo il 47% della popolazione mondiale è effettivamente coperto da almeno un sussidio di protezione sociale, mentre 4,1 miliardi di persone (il 53%) non hanno alcuna sicurezza di reddito dal proprio sistema di protezione sociale nazionale».
Le disuguaglianze nella protezione sociale tra le diverse aree del pianeta sono significative: l’Europa e l’Asia centrale hanno i tassi di copertura più elevati, con l’84% delle persone coperte da almeno un sussidio. Anche le Americhe sono al di sopra della media globale, con il 64,3%. L’Asia e il Pacifico (44%), gli Stati arabi (40%) e l’Africa (17,4%) hanno marcate lacune di copertura.
Insomma il modello più socialmente sostenibile è quello europeo, che è poi il modello che la destra neoliberista vorrebbe smantellare raccontando di una mitica società ferocemente “meritocratica” che altrove sta dimostrando tutti i sui difetti e la sua ingiustizia intollerabile.
L’ingiustizia che in tutto il mondo vive la stragrande maggioranza dei bambini non ha ancora un’effettiva copertura di protezione sociale: «Solo un bambino su quattro (26,4%) riceve un’indennità di protezione sociale – fa notare il rapporto – Solo il 45% delle donne con neonati in tutto il mondo riceve un’indennità di maternità in denaro. Solo una persona su tre con disabilità grave (33,5%) nel mondo riceve un sussidio di invalidità. La copertura dei sussidi di disoccupazione è ancora più bassa; solo il 18,6% dei lavoratori disoccupati nel mondo è effettivamente coperto. E mentre il 77,5% delle persone al di sopra dell’età pensionabile riceve una qualche forma di pensione di vecchiaia, permangono forti disparità tra le regioni, tra aree rurali e urbane e tra donne e uomini».
Il World Social Protection Report evidenzia che la spesa pubblica per la protezione sociale varia in modo significativo: «In media, i Paesi spendono il 12,8% del loro prodotto interno lordo (PIL) per la protezione sociale (esclusa la salute), tuttavia i Paesi ad alto reddito spendono il 16,4% e i Paesi a basso reddito solo l’1,1% del loro PIL per la protezione sociale».
Il rapporto afferma che dall’inizio della crisi Covid-19, «Il deficit di finanziamento (la spesa aggiuntiva necessaria per garantire almeno la protezione sociale minima per tutti) è aumentato di circa il 30%» e che «Per garantire almeno una copertura di protezione sociale di base, i Paesi a basso reddito dovrebbero investire ulteriori 77,9 miliardi di dollari all’anno, i Paesi a reddito medio-basso ulteriori 362,9 miliardi di dollari l’anno e i Paesi a reddito medio-alto altri 750,8 miliardi di dollari all’anno. Questo equivale rispettivamente al 15,9%, 5,1% e 3,1% del loro PIL».
Shahra Razavi, direttrice del dipartimento della protezione sociale dell’ILO, conclude: «Dopo la massiccia spesa pubblica per le loro misure di risposta alla crisi, nei Paesi c’è un’enorme spinta a passare al consolidamento fiscale, ma sarebbe gravemente dannoso tagliare la protezione sociale, è necessario investire qui e ora. La protezione sociale è uno strumento importante in grado di creare benefici sociali ed economici di ampio respiro per i Paesi a tutti i livelli di sviluppo. Può sostenere una migliore salute e istruzione, una maggiore uguaglianza, sistemi economici più sostenibili, una migrazione gestita meglio e il rispetto dei diritti fondamentali. Costruire i sistemi in grado di fornire questi risultati positivi richiederà un mix di fonti di finanziamento e una maggiore solidarietà internazionale, in particolare con il sostegno ai Paesi più poveri. Ma i benefici del successo andranno oltre i confini nazionali, a beneficio di tutti noi».