Politiche ambientali, in Ue la loro non attuazione costa 4 miliardi di euro al mese
[29 Giugno 2016]
Le lacune dell’attuazione della normativa ambientale europea hanno delle conseguenze negative sull’ambiente, sulla salute e sulla “prosperità dell’Europa”. Per questo la Commissione europea si impegna per migliorare l’attuazione della politica e della legislazione in materia di ambiente attraverso un approccio strategico e globale.
Con la comunicazione “Trarre il massimo beneficio dalle politiche ambientali dell’UE grazie ad un regolare riesame della loro attuazione” la Commissione illustra un processo che dimostra il suo rinnovato impegno a favore di una migliore attuazione della politica e della legislazione in materia di ambiente. Perché il suo “obiettivo è agire in modo più trasparente e inclusivo, per garantire che le norme e politiche ambientali vigenti riescano a conseguire obiettivi importanti per la società in modo efficiente e in stretto coordinamento con altre politiche pertinenti”.
Certo è che la Commissione non potrà garantire da sola il raggiungimento dell’obiettivo fissato. Potrà facilitarlo perché, per esempio, proseguirà le attività tecniche nell’ambito dei diversi gruppi di lavoro che si occupano di questioni settoriali relative alle risorse idriche, ai rifiuti, alla natura, all’aria o alle emissioni industriali. Però è comunque necessario un impegno condiviso da parte delle istituzioni dell’Ue, degli Stati membri e di altri soggetti pertinenti.
Al fine di garantire una migliore attuazione della normativa, la Commissione pubblicherà relazioni biennali per paese. Ma il valore aggiunto della relazione e la portata dei benefici attesi dipenderà da ultimo dal seguito dato dalle autorità nazionali.
In base ai risultati di un’indagine condotta nel 2015 dalle autorità nazionali competenti in materia di ambiente, esistono fattori fondamentali comuni ai vari Stati all’origine degli scarsi progressi sull’attuazione. La causa principale è rappresentata dalle insufficienti capacità degli organismi amministrativi incaricati dell’attuazione della legislazione. Altra causa è l’insufficienza di dati, prove, informazioni e la mancanza di competenze a livello locale. Non da ultimo, ci sono le sanzioni inadeguate e le ammende insufficienti per avere un effetto dissuasivo.
Tra altri fattori che contribuiscono a una scarsa attuazione della normativa e della politica ambientale riportati nell’indagine rientrano la mancanza di un coordinamento a livello governativo, che garantisca la coerenza delle priorità tra il livello orizzontale (a livello di governo) e verticale (tra i livelli amministrativi, ad esempio, locale, regionale e nazionale), e l’insufficiente integrazione delle questioni ambientali in varie politiche, programmi e progetti.
La scarsa attuazione ha delle conseguenze: comporta costi ambientali, economici e sociali. Ogni mese nell’UE si generano oltre 4 miliardi di euro di costi superflui, mentre l’esperienza dimostra che è molto meno oneroso conformarsi alla legislazione piuttosto che sostenere i costi economici e ambientali dovuti all’inazione o agli interventi tardivi. Ad esempio, una piena osservanza della politica dell’UE in materia di rifiuti entro il 2020 potrebbe portare alla creazione di 400 000 nuovi posti di lavoro e a un incremento di 42 miliardi di euro del fatturato annuale dell’industria di gestione e riciclaggio dei rifiuti.
Inoltre, la scarsa applicazione incide, agli occhi dei cittadini, sulla credibilità sia delle autorità nazionali che dell’Ue.
Dunque, mentre l’attuazione spetta in primo luogo agli stessi Stati membri, la Commissione, in quanto custode dei trattati, ha tra le proprie responsabilità la verifica dell’applicazione della legislazione adottata dall’Unione europea. I procedimenti di infrazione si confermano uno strumento fondamentale per garantire la corretta attuazione delle disposizioni giuridiche e per diversi anni sono state avviate azioni mirate di promozione della conformità rivolte agli Stati membri, in particolare nei settori con i più bassi livelli di attuazione (rifiuti e acque). Tali azioni, però, dovranno essere integrate nell’ambito di un approccio sistemico “volto ad affrontare gli aspetti trasversali, a delineare un quadro completo di successi e sfide, e a definire la portata e la gamma delle priorità che devono essere oggetto di attenzione non soltanto sul piano tecnico, ma anche politico”.