Quale futuro per il teleriscaldamento? In Italia potrebbe già quadruplicare
Prende quota la correzione del Superbonus per garantire l’accesso al 110% in caso di allacciamento, non solo per i Comuni montani
[5 Ottobre 2020]
Il Pniec e le più recenti normative europee individuano nello sviluppo del teleriscaldamento uno degli strumenti principali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, in particolare se ottenuto attraverso il recupero del calore di scarto o da fonti rinnovabili: ma quali sono, ad oggi, gli spazi per la diffusione di questa tecnologia nel nostro Paese?
La risposta arriva dal webinar “Il futuro del teleriscaldamento in Italia”, organizzato da Airu (Associazione italiana riscaldamento urbano) e Utilitalia (la Federazione delle imprese di servizio pubblico idriche, ambientali ed energetiche), grazie ad uno studio appositamente commissionato ai Politecnici di Milano e Torino.
Il risultato dell’analisi è più che incoraggiante: lo studio stima che a livello nazionale sono presenti oltre 100 TWh di calore di scarto pronti per essere veicolati tramite il teleriscaldamento efficiente, con un potenziale pari a 37,6 TWh, ossia oltre 4 volte la dimensione dei sistemi di teleriscaldamento oggi presenti.
«Come migliaia di esperienze in Italia ed in Europa dimostrano, il teleriscaldamento – sottolinea il presidente di Airu Lorenzo Spadoni – è una tecnologia sperimentata e flessibile, immediatamente disponibile per accompagnare la transizione energetica delle nostre città con rilevanti benefici ambientali sia sul fronte del contrasto alle emissioni di gas clima-alteranti, sia della lotta all’inquinamento nelle aree densamente popolate del nostro paese».
A confermarlo sono proprio i dati forniti dai Politecnici: a fronte di una domanda nazionale di calore di circa 330 TWh, attualmente le oltre 300 reti di teleriscaldamento esistenti nel nostro Paese distribuiscono all’utenza finale circa 9,3 TWh termici, con 1,7 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni evitate ogni anno.
«Il teleriscaldamento – aggiunge il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo – è uno dei vettori fondamentali per la transizione verde, che è ormai la strada indicata con decisione anche dall’Unione europea. Per questo motivo, oggi più che mai, è necessario comprenderne l’importanza e supportarne la centralità nel percorso verso la decarbonizzazione intrapreso dal nostro Paese».
È dunque utile interrogarsi su quali possano essere le leve da mettere in moto per favorire lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento nel Paese. A tale proposito il sottosegretario al ministero per lo Sviluppo economico Alessia Morani ha rinnovato l’impegno del Governo per aggiornare gli strumenti di sostegno allo sviluppo del teleriscaldamento efficiente e completare il quadro normativo di riferimento per gli operatori del settore. Tra i temi all’attenzione, l’auspicata correzione del Superbonus recentemente introdotto dal decreto-legge Rilancio che, come noto, limita ai soli Comuni montani l’accesso al 110% in caso di allacciamento al teleriscaldamento efficiente.
Sulla stessa linea il deputato Luca Squeri, che nel suo intervento si è soffermato sull’opportunità che il teleriscaldamento rientri a pieno titolo e senza restrizioni per tutto il territorio nazionale tra gli interventi ammessi al 110%: «La limitazione ai soli Comuni montani – commenta Squeri – è un controsenso perché il teleriscaldamento efficiente è più efficace proprio nei contesti urbani laddove il problema degli inquinanti locali è più sentito».