Raccolta differenziata, in Toscana è passata dal 39 al 62% nell’ultimo decennio
Un lento ma continuo incremento, che ancora però non permette di rispettare le indicazioni normative
[31 Dicembre 2021]
Nel 2020 più della metà dei Comuni toscani (143 per l’esattezza) rispetta il limite stabilito dalla normativa europea ed italiana di almeno il 65% di raccolta differenziata, limite che doveva essere raggiunto nel 2012. In questi Comuni “virtuosi”, raddoppiati negli ultimi cinque anni, abitano poco più di 2 milioni di persone.
Però al contempo in 77 comuni toscani (pari al 28% del totale), in cui abitano circa 600mila abitanti, non si raggiunge neppure il 45% di raccolta differenziata, un quantitativo davvero minimale e che, per alcuni comuni, si colloca fra le peggiori situazioni a livello nazionale.
Una Toscana quindi dai due volti, con luci ed ombre, con situazioni nelle quali i dati mostrano che se vengono compiute scelte amministrative positive, si raggiungono i risultati. D’altra parte i dati, che sono oggettivi, mostrano anche dove il “re è nudo”, ovvero dove evidentemente la gestione dei rifiuti urbani non costituisce una priorità.
L’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr), una società in house della Regione Toscana che raccoglie, verifica ed elabora i dati sul ciclo dei rifiuti urbani in Toscana e in particolare su produzione, raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani (a differenza di quanto avviene in quasi tutte le altre regioni italiane, dove questa attività è svolta dalle Arpa), ha pubblicato i dati 2020 sui rifiuti urbani in Toscana.
Negli ultimi 10 anni la percentuale di raccolta differenziata è passata complessivamente dal 39 al 62%, con un lento ma continuo incremento che ancora però non permette di rispettare le indicazioni normative. Per quanto riguarda la quantità di rifiuti urbani prodotti pro-capite nel 2020 siamo scesi sotto la soglia dei 600 kg a persona che costituisce un quantitativo fra i più elevati in Italia.
Una Toscana a due velocità. Fra i 25 comuni con più di 25mila abitanti (dove abitano quasi 2 milioni di abitanti della regione) solamente 7 si collocano sotto la media regionale del 62%. Fra i comuni “virtuosi” da segnalare gli incrementi molto significativi registrati nel 2020 rispetto sia al 2019 che al 2016, per Camaiore (+23,7% e +32,1%), Campi Bisenzio (+16,4% e +21,2%) e Sesto Fiorentino (+8,6% e +16,8%), dove l’applicazione della “raccolta porta a porta” ha dato i suoi effetti.
È assolutamente indispensabile intervenire nelle realtà “inefficienti” (con meno del 45% di RD) e in diversi casi con percentuali davvero irrisorie, per “smuovere” le amministrazioni che evidentemente non sono interessate a rispettare le norme e a contribuire alla sostenibilità di un ambito così significativo quale quello dei rifiuti urbani.
Considerato che ormai i servizi di raccolta sono gestiti da società di ambito comprensoriale (nelle tre Ato in cui è suddivisa la Toscana), ancora di più stridono i dati di comuni limitrofi e simili come caratteristiche che mostrano risultati molto diversi. Un’ulteriore “prova” della insufficienza di certi amministratori locali.
di Marco Talluri, https://ambientenonsolo.com