Scappini: «Massima valorizzazione degli imballaggi differenziati dai cittadini»

Retiambiente entra in Revet, si rafforza l’economia circolare toscana

Fortini: «La collaborazione ci permetterà di ottenere traguardi sempre più ambiziosi in ambito ambientale»

[16 Gennaio 2024]

Con l’inizio del nuovo anno il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nell’Ato Toscana costa, Retiambiente, ha fatto il suo ingresso nella compagine sociale di Revet acquistando le quote finora detenute da Aamps e Rea: ovvero le due Società operative locali (Sol) operanti per conto di Retiambiente nell’area di Livorno e in quella di Rosignano.

La quota societaria acquisita in questo modo è piccola, ma la rilevanza strategica dell’operazione è ampia perché permette di rafforzare l’economia circolare della Toscana integrando maggiormente le realtà già operanti sul territorio.

Revet rappresenta infatti l’hub del riciclo più importante dell’Italia centro meridionale, servendo oltre 200 Comuni e l’80% della popolazione toscana, lavorando oltre i tre quarti degli imballaggi in plastica, vetro, alluminio, poliaccoppiati e banda stagnata raccolti in modo differenziato in Toscana.

«Consideriamo Revet una delle aziende all’avanguardia nel mondo del recupero della materia, che è il principale scopo della raccolta differenziata – spiega il presidente di Retiambiente, Daniele Fortini – La collaborazione con questa società e con i suoi vertici ci permetterà di ottenere traguardi sempre più ambiziosi in ambito ambientale e di consolidare ulteriormente la presenza di Retiambiente nel suo ruolo di gestore unico dell’Ato Toscana costa».

Sotto il profilo del riciclo la società Revet, società a capitale prevalente pubblico con base a Pontedera – dunque all’interno dell’Ato costa – è anche l’unica in Italia che si occupa direttamente dell’intero ciclo di valorizzazione degli imballaggi plastici misti, garantendo la tracciabilità totale del processo: dalla raccolta fino al prodotto finito, ovvero i granuli utilizzati dagli stampatori per realizzare nuovi oggetti in plastica. Un processo che permettere di abbattere del 75% le emissioni di CO2 legate alla produzione della plastica, rispetto ai materiali vergini.

«Siamo estremamente felici dell’ingresso di Retiambiente – commenta l’ad di Revet, Alessia Scappini – perché in questo modo si rafforza la collaborazione tra due realtà che insistono nello stesso territorio e che condividono gli stessi obiettivi: massima valorizzazione degli imballaggi differenziati dai cittadini attraverso un modello virtuoso della gestione dei rifiuti, in grado di minimizzare i trasporti e l’impatto ambientale, massimizzando invece il recupero di materia».

Va da sé che, anche in questo caso, massimizzare non significa poter fare a meno degli impianti a valle in grado di gestire le frazioni di rifiuti non riciclabili meccanicamente.

Basti osservare che nell’impianto Revet si ricicla persino la componente poliolefinica del plasmix, ovvero di quegli imballaggi misti e flessibili, spesso compostiti, che rappresentano ormai il 70% delle plastiche presenti nella raccolta differenziata.

Per la parte di plasmix che non è possibile riciclare restano ad oggi le discariche o la termovalorizzazione, in attesa di soluzioni più innovative come quella del riciclo chimico o dell’ossidazione termica, sulla quale è al lavoro proprio Retiambiente.