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Riciclo, Chimet festeggia 50 anni di recupero metalli e un patrimonio da 400 mln di euro

Benvenuti: «La sostenibilità è, oggi più che mai, la chiave per il mantenimento della nostra posizione di società leader nel settore»
 |  Green economy

La storia della Chimet di Arezzo – dove vive uno dei distretti orafi più importanti d’Italia – ha preso il via negli anni ’60, quando Sergio Squarcialupi fondò una divisione interna alla Unoaerre per la gestione dell’affinazione e dei recuperi dei metalli provenienti dalla lavorazione orafa.

Il rapido sviluppo di questo reparto motivò la costituzione nel 1974 di una realtà autonoma, la Chimet spa, che quest’anno taglia dunque il traguardo del mezzo secolo di vita: nel corso dei decenni la diversificazione delle attività ha portato la società a occuparsi del trattamento di tutti gli scarti industriali con metalli fino alla produzione e al commercio di sali galvanici, catalizzatori e paste serigrafiche.

Un approccio di economia circolare che ha portato ottimi risultati anche sul fronte della profittabilità, dato che nel corso dell’ultimo anno la Chimet ha raggiunto un patrimonio di circa 400 mln di euro.

«La sostenibilità è, oggi più che mai, la chiave per il mantenimento della nostra posizione di società leader nel settore attraverso la sempre più urgente attuazione di strategie di economia circolare», spiega l’ad Chimet, Luca Benvenuti.

In questo contesto, la rinnovata mission della società è quella di affinare metalli preziosi dagli scarti delle lavorazioni industriali per reimmetterli nel ciclo produttivo o per agevolarne il riciclo in nuovi beni finiti

Redazione Greenreport

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