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Rifiuti da imballaggi, calano i ricavi del riciclo e salgono i contributi ambientali Conai

Per alluminio, carta e plastica aumenta il Cac al fine di assicurare il servizio di raccolta differenziata, riciclo e recupero
 |  Green economy

La raccolta differenziata in Italia continua a crescere, ma questo non significa che le cose vadano automaticamente migliorando anche per l’obiettivo cui la raccolta differenziata è finalizzata, ovvero il riciclo effettivo dei materiali raccolti.

Da una parte l’Ispra documenta come si stia allargando la forbice tra raccolta differenziata e riciclo, dall’altra il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) si appresta a sancire un aumento dei contributi ambientali (Cac) che servono per coprire proprio i maggiori oneri legati alla raccolta differenziata.

Aumenterà dunque il Cac per gli imballaggi in alluminio, carta e plastica al fine di assicurare il servizio di raccolta differenziata, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio.

Una scelta che arriva a valle di «una serie di rialzi dei costi legati alla raccolta dei rifiuti di imballaggio, in un quadro di generale inflazione, e alla contestuale riduzione dei ricavi della vendita di imballaggi post-consumo segnalati dai Consorzi».

In altre parole lo scenario delle relative filiere di riciclo è «peggiorato oltre le attese» e si è portato dietro la riduzione delle riserve patrimoniali dei tre Consorzi Cial, Comieco e Corepla.

I relativi aumenti del Cac saranno effettivi a partire dal 1 aprile 2024, col preavviso che Conai «monitorerà periodicamente l’evoluzione dei principali fattori di difficile previsione ma che possono incidere sugli equilibri economico-finanziari dei Consorzi».

Più nel dettaglio, il Cac per gli imballaggi in alluminio passerà da 7 euro/tonnellata a 12 euro/tonnellata, a causa della «progressiva riduzione dei valori dei rottami a fronte di un aumento delle quantità di rifiuti gestite».

Il contributo base per gli imballaggi in carta passerà da 35 euro/tonnellata a 65 euro/tonnellata, motivato in base a una «riduzione oltre le attese, iniziata nell’autunno 2022, dei valori di mercato dei maceri; aumento delle quantità di rifiuti di imballaggio».

Il contributo medio per gli imballaggi in plastica passerà da 294 euro/tonnellata a 398 euro/tonnellata, tornando così ai valori del 2021, data «l’esigenza di ricostituire le riserve (patrimoniali, ndr) atte a garantire la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica». Restano inoltre confermate le nove fasce in vigore dal 2023, con valori sempre più legati ai costi necessari per avviare a riciclo le tipologie di imballaggi inclusi in ciascuna fascia.

In controtendenza infine sia il contributo per gli imballaggi in bioplastica compostabile, che passerà da 170 euro/tonnellata a 130 euro/tonnellata – una riduzione resa possibile dal contenimento dei costi operativi del consorzio Biorepack e dall’utilizzo delle riserve patrimoniali generatesi in questi primi anni di attività – sia la riduzione del Cac per gli imballaggi in legno: con l’inizio del 2024 è passato da 8 euro/tonnellata a 7 euro/tonnellata, confermando il calo già annunciato la scorsa estate.

Redazione Greenreport

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