Rifiuti, le regioni europee chiedono all’Ue obiettivi ambiziosi
Città e regioni d'Europa sollecitano la Commissione europea ad accogliere le loro raccomandazioni
[12 Luglio 2013]
Visto che la corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti rappresenta una delle maggiori sfide a cui devono far fronte gli enti locali e regionali in Europa, il Comitato delle regioni (Cdr)è stato invitato a preparare la sua posizione sugli obiettivi per l’Ue sui rifiuti prima che la Commissione nel 2014 presenti la comunicazione sull’argomento. Il Cdr ha stabilito obiettivi ambiziosi, sottolineando «L’importante contributo fornito dalla gestione di tali rifiuti alla creazione di un’Europa più competitiva ed efficiente nell’impiego delle risorse». Città e regioni d’Europa sollecitano così la Commissione europea ad accogliere le loro raccomandazioni.
Nel parere presentato dal democristiano Michel Lebrun, della comunità francese del Belgio, si sostiene che, «Per poter essere coronati da successo, gli obiettivi devono tener conto delle differenze riscontrabili tra uno Stato membro o un ente locale e l’altro in termini di progressi compiuti e di risorse disponibili.
Il relatore Lebrun, il cui parere è stato adottato a stragrande maggioranza nella sessione plenaria di luglio del Cdr, ha sottolineato che «Ogni anno l’Unione europea getta via 3 miliardi di tonnellate di rifiuti, che corrispondono a 6 tonnellate di rifiuti solidi per persona, e questo non soltanto arreca danno all’ambiente, ma ha anche un impatto diretto sulla salute umana. Con la crisi economica ancora in atto, occorre garantire che tutte le politiche contribuiscano allo sviluppo economico. La gestione dei rifiuti costituisce una priorità che può essere un fattore di competitività, avendo l’obiettivo primario di scindere la produzione dei rifiuti dalla crescita economica. Mi auguro che la futura direttiva in materia di gestione dei rifiuti consentirà ai paesi più avanzati di muoversi verso una società a rifiuti zero e incoraggerà gli altri a compiere i passi necessari per recuperare il ritardo». Un’operazione dove occorre molta intelligenza, distinguendo fra l’efficacia di uno slogan – “rifiuti zero”, appunto – che in alcuni casi può occultare la presenza dei processi industriali sottesi alla manifattura del riciclo, e l’indubbia utilità di una tendenza che può invece favorire – se ben indirizzata – i processi industriali di riciclo senza nasconderli, ma anzi disvelandoli.
Nel parere “Il riesame degli obiettivi chiave dell’Unione europea in materia di rifiuti”, il Cdr afferma che «Gli obiettivi dell’Ue devono tener conto delle ragioni alla base del non rispetto della regolamentazione, e devono essere proporzionati ai diversi livelli – riscontrabili da un ente locale all’altro – in termini di servizi, infrastrutture e investimenti finanziari destinati alla gestione dei rifiuti». Il Cdr chiede inoltre «Una normalizzazione delle misure e delle definizioni riguardanti i rifiuti in tutta l’Ue che consentirà di effettuare confronti chiari tra gli Stati membri e le regioni dell’Ue, permettendo di valutare i progressi compiuti e di garantire la coerenza. Andranno anche conclusi accordi specifici con ciascuno Stato membro ed ente locale, subordinando la concessione di sovvenzioni europee alla convalida dei piani di gestione presentati».
Nel suo parere, Lebrun stabilisce anche obiettivi chiari in materia di gestione dei rifiuti (concentrandosi però solo sugli urbani, che sono la netta minoranza del totale) a livello dell’Ue, proponendo di: «Ridurre, nella prospettiva 2020, la quantità dei rifiuti urbani pro capite del 10% rispetto ai livelli del 2010; Esplorare la possibilità di portare al 70 %, entro il 2025, l’obiettivo in materia di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani; Garantire, entro il 2020, che il 100 % dei rifiuti sia oggetto di raccolta differenziata; Considerare la possibilità di portare al 70 % gli obiettivi di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio di plastica e all’80 % quelli degli imballaggi di vetro, metallo, carta, cartone e legno; Proibire entro il 2020 lo smaltimento in discarica di tutti i rifiuti biodegradabili; Vietare l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e organici entro il 2020, escludendo gli impianti che raggiungono alti livelli di efficienza attraverso la produzione di calore o la produzione combinata di calore ed elettricità, tenuto conto delle caratteristiche fisico-chimiche dei rifiuti».
Secondo le Regioni europee «A sostegno degli enti locali e regionali, sarebbe opportuno stabilire obiettivi a medio termine e intermedi. Una maggiore attenzione al principio “chi inquina paga” ridurrebbe gli oneri a carico di amministrazioni locali spesso ai limiti delle loro capacità, e una migliore cooperazione potrebbe contribuire ad ottimizzare le infrastrutture e le risorse. A questo proposito il Cdr propone di creare una piattaforma europea di informazione che sostenga questo processo e consenta altresì uno scambio di informazioni e lo sviluppo delle migliori pratiche su tutto il territorio dell’Ue».