L’intervista al responsabile di zona dell’azienda, Stefano Bertini
I rifiuti di Livorno a Guidonia: il viaggio del multimateriale leggero spiegato da Avr Spa
«Con la raccolta porta a porta costi doppi rispetto a quella con i cassonetti filo strada, occorre fare rete tra gli impianti. Un problema gli incentivi economici che favoriscono le discariche»
[19 Settembre 2017]
La raccolta e la gestione dei rifiuti urbani a Livorno stanno vivendo un’importante fase di trasformazione. Dal 2014 il porta a porta è stato incrementato sensibilmente, in un percorso che dovrebbe concludersi nell’aprile 2018 con la sua estensione a tutta la città: il prossimo step partirà a breve, quando la raccolta porta a porta dei rifiuti sbarcherà nei quartieri Magrignano-Leccia-Scopaia.
Protagonisti di queste scelte sono naturalmente l’azienda che ha in carico l’igiene urbana di Livorno, la municipalizzata Aamps, e l’amministrazione che ne detiene il 100% delle quote: il Comune labronico, oggi a guida M5S. Tra le altre numerose imprese che, oltre a loro, rendono possibile la gestione dei rifiuti livornesi, un attore silenzioso ma operoso è Avr Spa: azienda con sede legale a Roma (e una fino in Polonia) e oltre 1.700 dipendenti sparsi lungo lo Stivale – con attività che spaziano dall’igiene urbana alla manutenzione e costruzioni di strade e opere in verde, dagli impianti di selezione, trattamento e stoccaggio rifiuti alle bonifiche – Avr negli ultimi anni ha svolto un crescente volume di servizi a Livorno, fino ad aprire in città degli uffici il 16 agosto scorso, proprio dirimpetto a quelli di Aamps. È lì che abbiamo incontrato il responsabile di zona Stefano Bertini (nella foto) con il resto dello staff.
Quali sono i servizi svolti da Avr per la città di Livorno?
«Svolgiamo per Aamps e Comune di Livorno alcuni servizi legati all’igiene urbana della città. Il 1 ottobre 2015 abbiamo vinto un bando triennale per lo spazzamento stradale, a cui nell’agosto 2016 si è aggiunto quello per la cura del verde pubblico, seguito dalla gestione del multimateriale leggero (plastica, alluminio, Tetra Pak) con un bando triennale attivo da gennaio 2017».
In cosa consiste la gestione del multimateriale leggero?
«Non ci occupiamo della raccolta dei rifiuti, né da cassonetto stradale né da porta a porta, ma appunto della gestione del multimateriale “leggero”, ovvero quella parte che non prevede i conferimenti in vetro: Aamps deposita i rifiuti raccolti nelle baie di carico presenti a Vallin dell’Aquila per la messa a riserva, noi da lì le trasportiamo nel nostro impianto inaugurato a Guidonia nel 2016, non lontano da Roma. Lì abbiamo tre linee attive: quella principale è dedicata al recupero delle terre da spazzamento (non quelle livornesi, che raccogliamo e consegniamo ad Aamps), una dedicata a carta e cartone e una appunto al mutimateriale leggero. Trattiamo principalmente rifiuti che provengono dal Lazio».
Curioso difatti che parte dei rifiuti prodotti a Livorno vadano fino a Guidonia per essere gestiti.
«In Toscana quasi tutto il multimateriale prodotto va alla Revet di Pontedera, che prima di noi eseguiva il servizio anche per Livorno. Quando Aamps ha bandito l’ultima gara era un periodo di incertezze, l’omologa del concordato preventivo ancora non era arrivata; abbiamo partecipato solo noi visti anche i rapporti già in essere. Su questo fronte coi ricavi andiamo quasi a pari coi costi, di per sé aumentati col cambiamento dei metodi di raccolta».
Il porta a porta ha aumentato i costi?
«In generale una raccolta tradizionale mono operatore, col compattatore che passa e svuota i cassonetti dei rifiuti filo strada, costa circa la metà rispetto al porta a porta. Se poi aggiungiamo anche i costi di trasporto, è chiaro che la cosa diventa un po’ insostenibile… occorre fare rete tra gli impianti, che non sono così capillari. Un ulteriore problema è quello rappresentato dagli incentivi economici: nonostante l’ecotassa, spesso è la discarica – il cui impiego dovrebbe invece essere residuale – l’impianto meno costoso per i conferimenti di rifiuti da parte di aziende pubbliche e private: quando un impianto per l’avvio a riciclo è lontano, spesso preferiscono portare i rifiuti in discarica».
In media quanti camion carichi di rifiuti partono da Livorno verso Guidonia, settimanalmente?
«Settimanalmente sono circa 3 viaggi, con 10-12 tonnellate di materiale stoccato su un camion».
La raccolta differenziata è utile nella misura in cui è qualitativamente buona, dato che le impurità minano la possibilità di avviare a riciclo i rifiuti raccolti. A quanto ammonta la frazione estranea nei materiali da voi gestiti per Livorno?
«Gli ultimi dati per il multimateriale leggero, relativi a luglio, mostrano una frazione di impurità pari a circa il 10-15% del totale presente nella baia di carico dedicata al multimateriale leggero (la stessa baia per i rifiuti provenienti da raccolta porta a porta e da quella tradizionale)».
E questa frazione estranea che fine fa?
«Il 50% circa è costituito da vetro, che viene indirizzato a un impianto di recupero dedicato, il resto è composto da frazioni irriciclabili che vengono avviate a discarica». (continua)