In via di completamento il nuovo impianto per la gestione dell’organico
Rifiuti, nei Comuni serviti da Geofor la raccolta differenziata sfiora il 70%
Approvato il bilancio 2019 con un utile di oltre 80mila euro, i dipendenti saliti a quota 608
[23 Giugno 2020]
Se la raccolta differenziata in Toscana è in crescita ma ancora lontana dagli obiettivi di legge previsti per il 2012 – gli ultimi dati certificati, relativi al 2018, la danno al 56,1% – nel bacino servito da Geofor la media sfiora il 70% con alcuni Comuni che «hanno superato la percentuale dell’80%, attestandosi a livelli di eccellenza nazionale».
A riferirlo è direttamente l’azienda attiva nei servizi d’igiene urbana di 24 Comuni dell’area pisana, che ha appena approvato il bilancio 2019 «con un utile di 80.717 euro destinato a riserva nei conti aziendali». Nel merito il socio unico di Geofor – ovvero Retiambiente, il soggetto candidato a ricevere l’affidamento diretto dei servizi del ciclo integrato dei rifiuti nell’intero Ato Toscana Costa – ha espresso «apprezzamento per il buon andamento aziendale, pur contemplando sia lo stop del cantiere (che avrebbe permesso già da tempo l’attività dell’impianto di compostaggio), sia le minori entrate da parte dei consorzi di filiera».
Un progetto, quello dell’impianto per il trattamento dell’organico, che è conseguente ai dati in crescita della raccolta differenziata: suddividere i rifiuti infatti non porta a niente se la raccolta non è di buona qualità e indirizzata a impianti industriali in grado di gestirla secondo logica di sostenibilità e prossimità, massimizzando le possibilità di recupero (di materia e/o di energia).
Per questo a partire dal 2017 Geofor ha avviato la realizzazione di un impianto in grado di trattare 44.000 tonnellate/anno di frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti urbani (Forsu), oltre a 7.000 t/anno di sfalci e potature, attraverso un processo che combina la digestione anaerobica e quella aerobica; da questi rifiuti come risultato sarà possibile ottenere 4,5 milioni di Nm3 di biogas, valorizzabili sotto forma di energia elettrica (10.995.600 kWh/a) ed energia termica (7.176.090 kWh/a), oltre a 7.285 tonnellate/anno di compost di qualità.
Le tempistiche dei lavori sono state però frenate prima dal fallimento, nel giugno 2019, della società alla quale sono stati affidati i lavori per la costruzione dell’impianto e poi inevitabilmente dalla pandemia ancora in corso; i lavori avrebbero dovuto essere completati entro marzo 2020 per poi avviare l’impianto entro quest’estate.
Nell’ultimo anno, in ogni caso, non sono mancati progressi su altri fronti: Geofor ha infatti avviato il processo di internalizzazione di un copioso numero di addetti alla raccolta, precedentemente impiegati nelle cooperative, portando «ad oggi il numero dei dipendenti dell’azienda a 608 unità. Il tutto mirato ad un efficientamento nel quadro di una raccolta svolta interamente in modo domiciliare, con un “porta a porta”, tra i pochi casi in Italia, comprensivo anche del verde, ovvero sfalci e potature».
Complessivamente, risultati valutati come più che positivi: «Il cda e il socio unico Retiambiente hanno espresso il proprio apprezzamento per l’eccellente lavoro svolto dal direttore generale, ing. Luca Pesce, che ha gestito l’azienda in momenti complicati, conseguendo risultati davvero straordinari».