L’intervento delle forze politiche di maggioranza in Comune
Rifiuti, un po’ di chiarezza sull’inchiesta “Stop stinks” a Rosignano Marittimo
Si è creata «una diffusa confusione che tende a generalizzare e mettere sullo stesso piano due ben distinti filoni di indagine, se pur nell’ambito della medesima inchiesta che vede coinvolte la ditta Semit e la Scapigliato»
[23 Dicembre 2020]
Nei giorni scorsi è stata resa nota sui media locali l’inchiesta “Stop stinks”, condotta dalla Guardia di Finanza insieme alla Dda di Firenze, in merito a presunti traffici e smaltimenti illeciti di rifiuti nell’area di Rosignano Marittimo. Un’inchiesta che «vede coinvolte la ditta Semit srl e la Scapigliato srl» ma in modi ben diversi, come osservano le liste civiche e le forze politiche che sostengono la maggioranza di governo del Comune (In Comune, Partito democratico, Partito socialista italiano, Sinistra unita Rosignano, ViviAmo Rosignano).
Sulla vicenda si è creata «una diffusa confusione che – sottolineano le forze politiche – tende a generalizzare e mettere sullo stesso piano quelli che invece sono due ben distinti filoni di indagine, se pur nell’ambito della medesima inchiesta, che meritano essere affrontati separatamente».
Da una parte Semit srl, storica azienda privata di Rosignano Marittimo attiva nei settori escavazioni, edilizia e spurghi; dall’altra Scapigliato srl, azienda al 100% del Comune che gestisce l’omonimo (e altrettanto pubblico) polo industriale per la gestione e lo smaltimento rifiuti, oggi al lavoro per creare una “Fabbrica del futuro” all’insegna dell’economia circolare.
L’ipotesi accusatoria verso la Semit parla di presunti smaltimenti di rifiuti liquidi (derivanti da svuotamento di fognature, pozzi neri e fosse settiche di civili abitazioni e impianti industriali) in fognatura pubblica, oltre al presunto incasso “in nero” di due prestazioni di spurgo e/o scovolatura su tre. Per Scapigliato – che un anno fa veniva individuata come «un esempio di sistema virtuoso» dalla Commissione regionale d’inchiesta sui rifiuti – si parla invece di presunti smaltimenti illeciti di rifiuti, ma di altra natura.
«È opportuno prima di tutto far chiarezza – precisano dunque le forze politiche, dopo una valutazione nel merito – sul fatto che la ditta Semit srl non smaltiva i liquami presso Scapigliato in quanto i medesimi, per la loro natura, debbono essere trattati da impianti di depurazione industriale che non sono presenti nel nostro territorio e che alla medesima, all’interno dell’impianto di discarica, era esclusivamente affidata la pulizia dell’impianto del percolato. Attività che, secondo quanto riportato testualmente nel comunicato stampa di Scapigliato srl “non comporta produzione, conferimenti o smaltimenti in impianti esterni, di alcun rifiuto”».
«Non sta a noi ma alla magistratura – precisano infine le forze politiche di maggioranza – stabilire se l’interpretazione delle norme da parte di Scapigliato srl sia corretta oppure no e lungi da noi stabilire a priori che ciò lo sia stato. Pertanto, se dovessero emergere responsabilità della dirigenza per la errata interpretazione normativa, dovremmo prenderne atto, consapevoli però del fatto che, mettere sullo stesso piano quanto imputato alle due società, sia quantomeno azzardato, se non assolutamente improprio e politicamente strumentale. Respingiamo quindi con forza il consueto sciacallaggio politico che, facendo di “tutta l’erba un fascio”, cerca di insinuare nella popolazione un giudizio negativo sulla gestione complessiva del ciclo dei rifiuti che le varie Amministrazioni comunali di Rosignano hanno intrapreso, a partire dagli anni ottanta, tra le prime in Toscana ed anche a livello nazionale. Queste scelte politiche, oltre ad aver dato la possibilità ai cittadini di Rosignano di poter beneficiare negli anni di servizi e tariffe a costi ridotti, ha anche permesso al nostro Comune di mettere a disposizione importanti sostegni alle famiglie e alle imprese del territorio per l’emergenza Covid che è ancora in corso. Tali lungimiranti scelte, che rivendichiamo, ci mettono oggi in condizione di poter fare un ulteriore passo in avanti verso l’economia green e circolare, attraverso un consistente piano di investimenti in nuovi impianti di trattamento, riciclo e riuso in grado di recuperare e trattare i rifiuti, per trasformarli in nuova materia ed energia, così come previsto da quella che viene definita “La fabbrica del futuro”. Questo deve avvenire, naturalmente, nella massima trasparenza e nel rispetto dell’ambiente, della salute dei lavoratori e dei cittadini».