Rifiuti urbani in calo in Toscana, mentre la raccolta differenziata cresce
Raggiunto il 49,76% a livello regionale, ma l’obiettivo principale rimane il recupero di materia
[23 Gennaio 2017]
A fronte di una spesa media mensile per consumi delle famiglie in lieve crescita (2.753,45€ nel 2015 rispetto ai 2.661,48€ stimati dall’Istat nel 2014), diminuiscono i rifiuti urbani prodotti in Toscana e sale la percentuale di raccolta differenziata. Secondo i dati certificati dall’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) per l’anno 2015, la percentuale della raccolta differenziata a scala regionale si attesta al 49,76% (+2% punti rispetto all’anno precedente), mentre la produzione di rifiuti urbani è stata pari a 2,25 milioni di tonnellate (-1%) e il dato pro capite è così passato da 603 a 600 kg/abitante (-3 kg per abitante).
Numeri comunicati oggi dall’assessore all’Ambiente Federica Fratoni con un ritardo – rispetto alla consueta tabella di marcia annuale – dovuto «all’emanazione delle nuove linee guida nazionali, pubblicate soltanto a fine giugno. La necessità emersa in sede di Conferenza interregionale di richiedere al Ministero chiarimenti interpretativi ed integrazioni in merito alla loro applicazione ha determinato la scelta di rinviarla ai dati 2016, in attesa dei chiarimenti necessari».
In ogni caso, oggi è possibile affermare che nessuno dei 3 Ato regionali – Costa, Centro e Sud – ha «superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, stabilito dalla norma nazionale per il 2012», mentre i singoli Comuni toscani che hanno già tagliato tale percentuale sono 60 (sui 276 totali). Risultati che comunque, messi a confronto con lo stato dell’arte a livello nazionale, pongono la nostra Regione tra quelle più vicine al 65%.
«Il dato 2015 – osserva Fratoni – conferma che la raccolta differenziata in Toscana continua ad aumentare, sfiorando il 50%. Vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta. Sono molti i comuni che hanno superato l’obiettivo del 65% e a livello di ambito Centro e Costa continuano a registrare risultati più che apprezzabili anche grazie al contributo della Regione che negli ultimi anni ha supportato la realizzazione di numerosi progetti per migliorare i servizi di raccolta differenziata. Tra i comuni con le migliori performance vorrei citare i più popolosi: Empoli e Lucca. Quindi andiamo avanti nel perseguire gli indirizzi dettati dal piano regionale».
Indirizzi tra i quali l’obiettivo di raccolta differenziata è presente (dovrebbe raggiungere il 70% entro tre anni) ma – giustamente – non totalizzante. La raccolta differenziata rimane infatti un mezzo per raggiungere un fine, ovvero il riciclo, e per essere funzionale deve raggiungere elevati livelli qualitativi. Lo stesso Prb prevede di realizzare un riciclo effettivo di materia da rifiuti urbani di almeno il 60% degli stessi, insieme all’innalzamento del recupero energetico al 20% e a un calo dei conferimenti in discarica fino a un massimo del 10%.
Questo per quanto riguarda la partita dei rifiuti urbani. E per il resto? Se la raccolta differenziata si occupa dei rifiuti da imballaggio (circa il 7% del totale rifiuti) e dell’organico (un altro 7% circa) nulla dice sui rifiuti speciali (10 milioni le tonnellate prodotte nella sola Toscana nel 2014), attorno alla cui attenta gestione ruota una parte significativa dell’economia circolare, in Toscana e fuori.