Rimateria, il Comune di Piombino non riesce a far partire i carotaggi

Il sindaco Ferrari accusa l’azienda partecipata di un «ritardo volontario e strumentale»

[28 Agosto 2020]

La richiesta di procedere ai carotaggi nella discarica gestita da Rimateria per “scoprire cosa c’è sotto” è stata avanzata da tempo da parte del Comitato salute pubblica Piombino, e poi sostenuta dal sindaco Ferrari già in campagna elettorale, che ne ha fatto uno dei propri cavalli di battaglia politica. Ad oggi però le operazioni, sulla cui utilità insistono più dubbi, non sono però ancora partite e il primo cittadino attacca a mezzo stampa l’azienda partecipata dal proprio Comune: «Rimateria, con un ritardo volontario e strumentale, ci sta impedendo i carotaggi nell’impianto di Ischia di Crociano. Siamo seriamente preoccupati».

Riportiamo di seguito la cronistoria della vicenda così come ricostruita dal sindaco Ferrari:

Il Comune di Piombino ha fatto tutto quello che doveva fare per rendere possibile l’intervento: ha acquisito tutta la documentazione e, soprattutto, ha individuato le risorse nel bilancio comunale.

Rimateria ci ha chiesto un’autorizzazione per accedere alle aree di competenza: abbiamo inviato una richiesta formale a Rimateria accolta positivamente dal presidente Pellati, che ha inoltrato tale richiesta allo staff tecnico della società. Il Cda di Rimateria ha, poi, sollevato due ordini di criticità, tecnica e di diritto: il Comune ha, quindi, fornito tutte le garanzie, condivise da Rimateria, sui protocolli operativi forniti dalle società specializzate che compiono le indagini geotecniche con le migliori tecnologie e in regime di assoluta sicurezza. Il Comune ha esplicitamente e formalmente garantito che le operazioni si svolgeranno nel rispetto delle normative vigenti.

La vicenda non si è esaurita lì: Rimateria, poiché questa attività non era prevista dalle clausole dell’Aia in corso, ha rimesso la competenza al soggetto con funzioni concessorie, cioè la Regione Toscana. La Regione Toscana, da noi interpellata nonostante che fossimo convinti della inutilità della richiesta, ha esplicitamente affermato che i carotaggi non erano compresi nelle prescrizioni Aia e che dunque potevano essere realizzati a prescindere dall’Aia stessa. Cosa poi ulteriormente confermata dall’Arpat che ha dichiarato esplicitamente non. essere i carotaggi nella sua competenza, nemmeno dal punto di vista procedurale. Nonostante tutto il lavoro fatto, le garanzie date e le autorizzazioni ottenute, Rimateria si ostina a non permetterci l’ingresso in discarica per i carotaggi pur essendo state concordate tutte le procedure.

Anche il presidente Pellati è favorevole alla procedura: è quindi limpido che il problema sia altrove. Ecco il perché della nostra profonda preoccupazione: dovremmo, forse, pensare che Rimateria abbia qualcosa da nascondere? Che sia in apprensione per quello che i carotaggi potrebbero svelare? Le risposte potranno pervenire solo permettendoci l’ingresso in discarica e la realizzazione dei carotaggi così come già convenuto. Non è consentito attendere oltre, considerando anche il fatto che il Comune ha dato incarico ad una ditta impiegando i soldi della collettività. Rimateria ci permetta, perciò, i carotaggi o saremo costretti a ricorrere ad altre misure.

Per effettuare i carotaggi, è utile ricordare, il Comune ha lanciato nei mesi scorsi un bando con base d’asta da 27mila euro, aggiudicato poi per poco meno di 25mila euro. Come noto, tutta l’iniziativa è nata a valle dell’operazione “Dangerous trash”, scattata a Livorno nel dicembre 2017 con un blitz – condotto dalla Dda di Firenze insieme ai Carabinieri forestali – nelle aziende Lonzi Metalli e Ra.Ri, ipotizzando che a partire dalle due società circa 200mila tonnellate di rifiuti siano state smaltite in discariche (tra le quali quella gestita da Rimateria) in modi non conformi alla legge. I carotaggi, secondo le tesi avanzate dai proponenti, dovrebbero aiutare a capire l’effettiva natura di questi conferimenti. Eppure in quasi tre anni la magistratura non ha mai rilevato la necessità e/o l’utilità di effettuare un’operazione del genere, dalla quale non è chiaro che cosa si potrebbe ricavare.