La sentenza conferma: l’eolico è una fonte rinnovabile non programmabile
Rinnovabili, rivoluzione dal Tar di Milano? Per l’Anev il governo Letta penalizza le fonti pulite
[25 Giugno 2013]
L’eolico, per il Tar di Milano, è una fonte rinnovabile non prevedibile e discontinua e per questo ha annullato la Delibera 281 dell’Aeeg (Autorità per l’energia elettrica e il gas) sugli oneri di sbilanciamento derivanti dalla programmabilità delle Fer, accogliendo il ricorso dell’Anev (Associazione nazionale energia del vento) e di alcune aziende associate.
La sentenza del Tribunale amministrativo riporta che “l’Aeeg non ha dimostrato che l’implementazione dei sistemi di prevedibilità di queste fonti, iniziato con la deliberazione 25 gennaio 2010 n. 4/10 abbia condotto ad un miglioramento della prevedibilità tale da giustificare la suddetta equiparazione. A ciò si aggiunge che in tal modo lo sbilanciamento viene a gravare economicamente sul produttore eolico non in considerazione della sua incapacità di previsione di immissione dell’energia nella rete ma sulla base dei caratteri propri della fonte stessa. In questo modo l’Autorità introduce surrettiziamente una forma di penalizzazione che è in contrasto con il favor riconosciuto dall’ordinamento alla produzione da fonte rinnovabile non programmabile, qual è l’eolico”. Inoltre la deliberazione avrebbe violato la Direttiva CE sulla promozione dell’energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili “prefigurando l’introduzione di meccanismi del tutto aleatori, ovvero, comunque, completamente svincolati dall’effettiva capacità programmatoria dei produttori e dalle reali caratteristiche dei vari territori”.
Per l’Anev i provvedimenti adottati in Italia sulle fonti rinnovabili, partendo da questa delibera, andando fino alla Robin Tax e all’Imu, si rivelano in contrasto con le direttive europee in materia di cambiamenti climatici e riduzione della CO2, poiché fortemente penalizzanti per il settore, e anche in contrasto con le dichiarazioni del primo ministro Letta in base alle quali bisogna investire su ambiente ed energia in base a quanto prescritto dalla Sen (Strategia energetica nazionale).
Ora l’associazione auspica che l’Aeeg, prendendo atto della sentenza, punti a ridurre gli oneri per il sistema delle Fer che sono quelli che il Gse ha presentato in audizione al Senato lo scorso 18 giugno. Per un totale di 9 miliardi di euro, la suddivisione è la seguente: 6,4 miliardi provenienti dal fotovoltaico, 1,4 dalle bioenergie, 600 milioni dall’idroelettrico, 500 milioni dall’eolico e 100 milioni dal geotermoelettrico.
«L’accoglimento di questo ricorso auspichiamo sia un primo passo verso l’introduzione di norme che valorizzino il settore eolico, salvaguardando i 37.000 attuali occupati, creando sviluppo, indipendenza dall’estero, benefici ambientali e che non si facciano ulteriori tentativi sull’eolico di tagli retroattivi o di nuove imposizioni, magari per coprire i costi di un “capacity payment” sulle fonti fossili», hanno concluso da Anev.