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Sbloccare immediatamente i fondi rimasti senza decreto attuativo, per stanziare subito 1,5 miliardi netti per scuole più sicure, nuove ed efficienti

Scuole al via. Legambiente: «Caro Governo ti scrivo… non c'è più tempo»

Il 40% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgente; solo il 19% ha verificato la sicurezza dei solai; il 74% è senza mensa e il 56,7% senza trasporto per disabili
 |  Green economy

In occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2019/2020 Legambiente ha inviayo una lettera aperta  al nuovo esecutivo M5S-PD-LeU nella quale si legge: «Caro Governo, le scuole stanno riaprendo e per questo ti scrivo. Perché quasi il 40% degli edifici ha bisogno di interventi di manutenzione straordinaria urgente; in oltre l’80% non sono state realizzate indagini per verificare la sicurezza dei solai, oltre il 60% degli istituti non dispone del certificato di agibilità e più del 76% delle amministrazioni non ha effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica. Insomma, se per te la Scuola è una priorità, sappi che è urgente intervenire per mettere in sicurezza tutti gli edifici e garantire le stesse possibilità educative agli alunni di tutte le regioni italiane, perché negli ultimi dieci anni la situazione non è migliorata e anzi sembra proprio essere bloccata: la progettazione è troppo lenta e quasi non c’è stato nessun passo avanti in tema di riqualificazione e sostenibilità».

Il Cigno Verde spiega: «Perché da 20 anni facciamo dossier sull’edilizia e i servizi scolastici ed ora non possiamo fare a meno di lanciare un grido d’allarme, perché tra nord e sud il diritto allo studio non è uguale per tutti, la necessità di interventi urgenti per la messa in sicurezza degli edifici cresce in maniera allarmante e anche i servizi sembrano essere prerogativa solo di alcune regioni del nord».

Secondo i numeri elaborati da Legambiente su dati del ministero dell’istruzione, università e ricerca e da un’anteprima di “Ecosistema Scuola”, l'indagine di Legambiente sulla qualità dell’edilizia e dei servizi), risulta infatti che «Ben il 38,8% degli istituti in Italia necessita di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per l'eliminazione dei rischi. Ma la situazione non è la medesima in tutte le aree del Paese. Questa necessità riguarda infatti il nord per il 28,8%, il centro per il 41,9%, ma il sud per il 44,8% e le isole per il 70,9%: una fotografia di un Paese sostanzialmente senza sviluppo, visto che dieci anni fa, la media nazionale era del 32,8% con una percentuale del 21% che riguardava il nord, il 26,4% il centro, il 47,3% il sud e il 40,8% le isole».

La situazione nel dettagli è ancora più preoccupante: «Ad oggi, il 61,4% degli istituti non dispone del certificato di agibilità (anche qui con differenze notevoli tra il nord con il 48,8%, il centro con il 66,8%, il sud con il 69,4% e le isole col 77,3%), mentre le verifiche di vulnerabilità sismica, fondamentali in gran parte del Belpaese, sono state realizzate solo in parte. Il 76,2% dei comuni capoluogo infatti non le ha completate. Cioè sono state realizzate solo in alcuni istituti e non in tutti. Situazione che riguarda il 73,5% delle amministrazioni dei capoluoghi del nord, il 71,4% del centro, il 77,8% del sud e il 100% delle isole). Nel complesso, solo il 22,2% dei Comuni capoluogo in aree con rischio sismicità più alto (le aree 1 e 2) ha realizzato le verifiche di vulnerabilità sismica su tutti gli edifici. Tra le inadempienti, anche città altamente a rischio come Napoli e Messina che denunciano però di avere necessità di interventi per adeguare le norme ed eliminare i rischi rispettivamente nel 34 e nel 100% dei casi. I solai, principali protagonisti dei crolli e degli incidenti avvenuti nelle scuole negli ultimi anni, sono stati oggetto di indagine di controllo solo nel 18,9% degli edifici. Questi controlli hanno riguardato il 24,6% degli istituti del nord, sui quali sono stati effettuati poi interventi di messa in sicurezza per il 22,3% dei casi, il 24,7% del centro con conseguente intervento sul 16%, il 6,4% degli istituti del sud che ha richiesto interventi di messa in sicurezza per il 58,8% dei casi e il 4,1% degli edifici nelle isole con il 73,3% degli interventi».

Mantova risulta l’unica amministrazione italiana ad aver realizzato indagini di vulnerabilità sismica e di sicurezza dei solai in tutti i suoi edifici scolastici.

Secondo Vanessa Pallucchi, vicepresidente e responsabile scuola e formazione di Legambiente,  «Questi dati evidenziano ancora una volta le disuguaglianze e le diverse velocità in cui marcia il nostro Paese anche in tema di scuole sicure e servizi di qualità. Invece di parlare di regionalizzazione dell’istruzione, che andrebbe a creare solo situazioni più inique, occorre che lo Stato individui, come prevede la nostra Costituzione, gli strumenti perequativi per garantire ai ragazzi una buona qualità dell’istruzione e un buon accesso di diritto allo studio in tutte le aree del paese, spingendo le Regioni e gli altri enti locali ad esercitare in pieno e in modo più qualificato le competenze che già oggi hanno».

La lettera/dossier di Legambiente è impietosa e mostra una situazione davvero preoccupante: restando in tema di servixi, «Il 74% delle scuole italiane non ha la mensa (manca nel 66,3% degli istituti del nord, nel 65,2% degli istituti del centro, nell’86,5% dei casi al sud e nell’86,2% nelle isole), e nel 57,6% delle scuole non c’è servizio di trasporto per gli alunni disabili (manca al nord nel 58,3% degli istituti, al centro nel 55,1%, al sud nel 57%, nelle isole nel 60,3%). Le palestre o le strutture per lo sport sono presenti solo nel 40,7% degli istituti di cui il 44,7% al nord, il 45,3% al centro, il 32,2% al sud, il 38,3 nelle isole».

Per quanto riguarda i progetti educativi, importantissimi anche per l’apprendimento attivo e le competenze di cittadinanza «sono, ancora una volta, pochissimi al sud e nelle isole: le amministrazioni che finanziano progetti e iniziative rivolte agli under 14 sono il 71%, di cui l’85,3% al nord, l’81,3% al centro, il 37,5% al sud e il 25% nelle isole)». Anche qui, in positivo, spiccano due città del nord, Parma e Reggio Emilia, con una storica tradizione di investimenti per la realizzazione di progetti educativi nelle scuole».

Per la sostenibilità delle scuole resta ancora molto da fare: «Solo il 4,6% degli edifici scolastici si trova infatti in classe energetica A, mentre quasi un edificio su tre (29%) è ancora in classe G». Tra le città virtuose ci sono Prato, che ha tutti gli edifici scolastici nelle prime tre classi energetiche, e Brescia con il 55% degli edifici in  classe A.

La lotta alle plastica monouso stenta a decollare al sud, dove il 56,6% delle scuole utilizza ancora  stoviglie usa e getta tradizionali, una percentuale che sale addirittura al 100% nelle isole contro il 35% della media nazionale.

La lettera al governo conclude: «Occorre una decisa inversione di tendenza per garantire scuole sicure ed efficienti in tutto il Paese. Chiediamo tempi e azioni certe per affrontare di petto quella che è una delle vere grandi opere necessarie per il nostro futuro. È urgente intervenire attraverso il completamento dell’Anagrafe scolastica, per poter programmare priorità e tempi di intervento, ma anche per garantire il diritto alla consultazione di dati pubblici che interessano milioni di persone.

Occorre sbloccare immediatamente i fondi rimasti senza decreto attuativo, quali ad esempio i BEI-CEB che consentiranno lo stanziamento di 1,5 miliardi netti per scuole più sicure, nuove ed efficienti, e ripristinare le funzioni di monitoraggio dei cantieri finanziati e il supporto progettuale agli enti locali bloccati con la chiusura della struttura di Missione per l’edilizia scolastica.

Tutto ciò va fatto presto e con determinazione, perché da azioni concrete come queste passa la sfida di una riqualificazione ambientale e sociale sostenibile del Paese».

Redazione Greenreport

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