Anselmi: «Si assuma la responsabilità del settore»
Siderurgia, sul destino di Riva e Lucchini il sindaco di Piombino si appella con forza al governo
[26 Settembre 2013]
Le vicende che riguardano la siderurgia italiana e in particolare i gruppi Riva e Lucchini, con le pervasive implicazioni per l’indotto, rendono non più rinviabile una assunzione di responsabilità diretta nel settore da parte dello Stato. La mia opinione è che ciò debba avvenire anche in deroga agli strumenti di intervento ad oggi in essere, e che debba dispiegarsi con la profondità temporale sufficiente ad evitare ulteriori pesantissime conseguenze di ordine sociale e a creare le condizioni di una prospettiva competitiva e durevolmente sostenibile. Non si pone, sia chiaro, il problema della rinazionalizzazione di un comparto che annovera eccellenze in grado di misurarsi con le inedite dinamiche competitive globali; e’ tuttavia necessario ed urgente non abbandonare ad un destino inerziale patrimoni industriali che hanno qualificato l’economia italiana e favorito il progresso di intere comunità. Il futuro del modello di sviluppo italiano passa da una difesa attiva e qualitativa della nostra struttura industriale e non da una presa d’atto rinunciataria dei suoi limiti attuali. Per questo serve una politica di intervento pubblico che si connoti sotto il profilo strategico con il sostegno ad investimenti privati in grado di catalizzare la riqualificazione dei territori interessati, e nel breve termine fronteggiando le emergenze per assicurare che la transizione verso nuovi condivisi scenari si dispieghi evitando traumi sociali e lesioni alla dignità dei lavoratori coinvolti.
A Piombino la presenza di un Commissario di Governo in Lucchini, l’approvazione del DL 43/2013 e la recente sottoscrizione dell’Accordo di Programma per il potenziamento infrastrutturale e la bonifica dell’area portuale, unitamente al riconoscimento dello stato di Area di crisi complessa ai sensi dell’art.27 del Decreto Sviluppo configurano le condizioni di scenario per un protagonismo proattivo delle istituzioni. Sono già in campo i contenuti possibili di un progetto di innovazione territoriale che affianchi allo sviluppo portuale e viario la modernizzazione tecnologica dell’apparato siderurgico, la bonifica e la reindustrializzazione leggera delle aree dismesse, la ricerca di processo e di prodotto e sulle tecniche di bonifica, l’efficientamento energetico.
Piombino può essere il primo polo siderurgico europeo ad ospitare una tecnologia alternativa all’altoforno per la produzione di ghisa: il Corex inquina meno (non ha bisogno di cokeria e di sinterizzazione), è competitivo e sperimentato, dà garanzie qualitative. Proponiamo al Governo di verificare le condizioni – o crearle – perché l’Unione Europea, interpretando le linee del Piano Tajani e con le leve finanziarie disponibili, ne favorisca la realizzazione affiancando un privato a condizioni incentivanti.
Piombino può essere il primo sito siderurgico italiano sul mare ad ospitare un forno elettrico, con i relativi vantaggi logistici ed economici per l’approvvigionamento del rottame. Chiediamo che si metta in campo un sostegno transitorio attraverso la Cassa Depositi e Prestiti a chi intendesse accogliere questa sfida. Con un Corex da 1 milione di tonnellate/anno e un forno elettrico da 800mila il polo Lucchini potrebbe stare in campo solidamente anche riducendo la capacità produttiva installata (oggi 2,3 milioni tonn/anno), tutelando l’occupazione e l’ambiente e collocandosi nella fascia alta dell’innovazione siderurgica.
Piombino può essere proposta, come sta facendo presso la UE il presidente Enrico Rossi, come polo europeo qualificato e certificato di rottamazione di grandi navi dismesse. Una prospettiva che va approfondita in tutte le sue implicazioni. Segnalo che disporre di rottame a chilometro zero amplificherebbe la competitività del polo siderurgico.
Piombino è il porto più vicino al relitto della Concordia. Stiamo lavorando con l’Autorità Portuale per accoglierlo e trattarlo quando lascerà, alla fine della prossima primavera, l’Isola del Giglio. Non partecipiamo a competizioni con altre aree portuali, ci consideriamo la destinazione naturale della nave. Ci stupiremmo se si facessero altre scelte.
A Piombino ha sede un’impresa siderurgica, la Magona, che soffre di difficoltà competitive e di scelte della proprietà (MittalArcelor) che ne penalizzano l’operatività’. Ci aspettiamo che il MISE ottemperi agli impegni da tempo assunti sull’abbattimento dei suoi costi energetici.
L’auspicabile progressivo concretizzarsi di questo assetto non può in ogni caso prescindere dalla necessità di minimizzare o evitare discontinuità produttive e costi sociali non sostenibili. Per questo e’ necessario che il Governo assicuri, utilizzando ad horas le leve di politica industriale a sua disposizione, una prosecuzione dell’operatività’ dell’altoforno Lucchini per il tempo necessario alla definizione di uno scenario progettuale, procedurale e finanziario nel quale collocare con certezza di tempi e risorse gli incentivi pubblici (compresi quelli attivabili in campo fiscale) e le intenzionalità private. Qualunque scelta strategica non può prodursi sulle macerie sociali e produttive di un territorio, non si può archiviare una storia senza la certezza di una prospettiva nuova.
Questo chiediamo al Governo del Paese che abbiamo contribuito a far crescere: di tornare a tracciare a Piombino, come e’ accaduto nel secolo scorso, i segni di una politica industriale che guardi lontano. Che mobiliti intelligenze, competenze, attitudine al rischio. Lo si può fare, lo si deve fare prima che la rabbia cancelli la speranza.
Gianni Anselmi, sindaco di Piombino