
Tornano gli ecobonus ma l'auto elettrica morde il freno: calano le vendite in Italia

Con l’arrivo del 2023 tornano disponibili 630 milioni di euro di incentivi “ecobonus” per l’acquisto di veicoli elettrici – auto, moto, mezzi commerciali –, per i quali i concessionari potranno inserire le prenotazioni sulla piattaforma ecobonus.mise.gov.it a partire dalle ore 10 di martedì 10 gennaio.
Come informa il ministero delle Imprese, le risorse saranno così ripartite: 190 milioni di euro per veicoli di categoria M1 con emissioni comprese nella fascia 0-20 grammi di anidride carbonica per chilometro (elettrici); 235 mln per veicoli di categoria M1 con emissioni di CO2 comprese nella fascia 21-60 g/Km (ibridi plug-in); 150 mln per veicoli di categoria M1 con emissioni di CO2 comprese nella fascia 61-135 g/Km (a basse emissioni). Per motocicli e ciclomotori di categoria tra L1e e L7e sono invece disponibili 5 mln per i veicoli non elettrici 35 mln per i veicoli elettrici. Per i veicoli commerciali di categoria N1 e N2 elettrici sono infine disponibili altri 15 mln.
Ovviamente è ancora presto per capire quali effetti avranno, concretamente, queste risorse sul mercato dell’auto elettrica. Ma le premesse sono tutt’altro che positive. «Siamo l'unico tra i grandi Paesi europei a registrare nel 2022 un calo delle vendite di auto a emissioni zero e questo non può non innescare qualche riflessione», spiegano da Motus-e, l'associazione italiana degli stakeholder della mobilità elettrica.
Nell’anno appena trascorso, che ha visto il mercato auto nazionale scivolare a un soffio dal suo minimo storico - facendo peggio addirittura del 2020 - le vetture full electric vendute nella Penisola sono state 49.058, in calo del 27,1% rispetto del 2021, con il parco elettrico circolante che si è attestato a 171.196 unità. Segno meno anche per la quota di mercato delle elettriche, che passa dal 4,6% del 2021 al 3,7% del 2022.
«Senza interventi, l'Italia rischia di accumulare un gap difficile da colmare rispetto ai Paesi con cui dovrebbe ambire a confrontarsi», sottolineano da Motus-e, secondo cui comunque «il Governo ha in mano tutti gli strumenti per riportare il mercato italiano lì dove dovrebbe essere, nella Serie A dell'Europa, senza accontentarsi di uno scivoloso ruolo di secondo piano».
Per fare un paragone, nei primi 11 mesi dell’anno la market share delle auto elettriche è stata del 13% in Francia, del 15,7% in Germania e del 15,1% nel Regno Unito. Solo la Spagna tra i big mostra una quota di mercato analoga all’Italia, con l’enorme differenza però che rispetto al 2021 è cresciuta di oltre un punto percentuale, mentre da noi il trend è opposto.
«L'anomalia italiana dell'anno appena concluso ha trovato terreno fertile essenzialmente nella poca pianificazione delle politiche incentivanti – concludono da Motus-e – per recuperare terreno si potrebbe partire da un riordino del quadro di supporto alla domanda. Ad esempio, dando subito continuità agli incentivi al noleggio, equiparandoli come valore a quelli per i veicoli privati senza rottamazione, ma anche allineando il cap di prezzo per le auto elettriche incentivabili a quello per le ibride plug-in. Un’altra leva su cui agire è quella del trattamento fiscale delle flotte aziendali, che andrebbe rivisto per favorire le auto a zero e a basse emissioni, senza dimenticare poi una maggiore velocità nella messa a terra dei fondi per le ricariche private».
