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Dal Pnrr un contributo a fondo perduto pari a 2,2 miliardi di euro

Via libera dall'Ue, in arrivo il decreto per gli incentivi alle Comunità energetiche rinnovabili

Pichetto: «Ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e avere i benefici economici derivanti dall’autoconsumo»
 |  Green economy

A due anni di distanza dal recepimento della direttiva europea Red II che le istituisce, le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) stanno per poter accedere agli incentivi economici promessi.

È almeno da febbraio che il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, annuncia l’ormai prossima pubblicazione del decreto italiano di incentivazione, ma stavolta sembra diverso.

«Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia», dichiara il ministro, comunicando che la Commissione europea ha dato il via libera al decreto: «Ora le Comunità energetiche rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese – continua Pichetto – ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti».

Le Cer rappresentano infatti nuovi soggetti giuridici, costituibili a partire da un gruppo di singoli soggetti – come famiglie, condomini, Pmi e Comuni – che decidono di autoprodurre, accumulare e scambiarsi energia generata da fonti rinnovabili, nello spirito di una vera comunità e aprendo al contempo realizzazione di nuovi modelli di business.

Il decreto per gli incentivi non è stato ancora pubblicato ufficialmente, ma la struttura è ormai nota (e sintetizzata nelle slide allegate in coda all’articolo).

I capisaldi sono due: da una parte una tariffa incentivante ventennale sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa, dall’altra un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili – destinato alle Cer nei Comuni entro i 5mila abitanti –, finanziato con 2,2 mld di euro dal Pnrr e cumulabile con la tariffa incentivante (valida su tutto il territorio nazionale).

Il soggetto gestore della misura è il Gse, che valuterà i requisiti di accesso ai benefici ed erogherà gli incentivi; su richiesta dei soggetti interessati, potrà verificare l’ammissibilità anche in via preliminare.

Il primo passo per accedere agli incentivi è individuare un’area dove realizzare un impianto rinnovabile – ad esempio fotovoltaico – di potenza massima pari a 1 MW, per poi costituire una Comunità energetica tra utenti connessi alla medesima cabina primaria (corrispondente territorialmente a circa 3-4 Comuni oppure 2-3 quartieri di una grande città); non necessariamente la Cer deve anche essere proprietaria dell’impianto, che può essere messo a disposizione anche da un solo membro oppure addirittura da un soggetto terzo.

Una volta autorizzato l’impianto, connesso alla rete e richiesto l’incentivo al Gse, l’energia condivisa all’interno della Cer – ovvero quella consumata dai membri mentre viene prodotta – può accedere alla tariffa incentivante.

Quando la produzione è superiore al consumo, alla Cer viene riconosciuto il valore economico dell’energia prodotta, senza ulteriori incentivi; in alternativa tale energia può anche essere accumulata tramite batterie, per poi essere utilizzata successivamente dagli utenti. In ogni caso è garantito un risparmio sui costi dell’energia per chi fa parte della Comunità, grazie a una maggiore autosufficienza.

Redazione Greenreport

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