Yenader, la geotermia turca a scuola di sostenibilità a Larderello
Yenader in visita al Ceglab di CoSviG, per capire come unire lo sviluppo del territorio alla coltivazione della risorsa
[7 Febbraio 2023]
Le tecnologie geotermiche sono nate per la prima volta al mondo a Larderello, oltre due secoli fa, per poi mettere le ali alla geotermia in tutto il mondo. Ma in tempi recenti altri Paesi hanno dimostrato di credere in questa fonte rinnovabile molto più dell’Italia.
Tra questi spicca la Turchia, che ha ormai raddoppiato il numero di centrali geotermiche attive rispetto a quelle presenti in Toscana (e dunque in Italia) e continua a svilupparne di nuove, mentre alle nostre latitudini l’ultimo impianto entrato in funzione risale al 2014.
Così, anche in Turchia sta iniziando a crescere la domanda di maggiore sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – da parte delle comunità locali che ospitano gli impianti. Per questo una delegazione di Yenader, l’associazione turca non governativa che si occupa di sostenere la divulgazione e la crescita dell’uso di fonti energetiche rinnovabili, si è recata in visita a Larderello: per capire qual è il modello di sviluppo sostenibile alimentato dalle risorse geotermiche in Toscana, che rappresenta ancora un’avanguardia sotto questo profilo.
La delegazione è stata accolta dal CoSviG – il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche – al Laboratorio del Centro di eccellenza per la geotermia di Larderello (CegLab), nel corso di un appuntamento cui hanno partecipato anche esperti Enel green power (ovvero il gestore delle centrali geotermiche toscane).
«Nei territori geotermici – spiegano da CoSviG – grazie all’Accordo generale sulla geotermia del 2007 e ai relativi accordi attuativi, le compensazioni ambientali di Enel destinate ai territori, sono state utilizzate per investimenti in infrastrutture, supporto alle imprese, tutela del patrimonio culturale e turismo. Questo, assieme alle misure messe in atto per ridurre e monitorare le interferenze ambientali dovute all’utilizzo della risorsa, costituiscono un esempio di best practice citato più volte in occasione di summit internazionali di alto livello».
La visita si è conclusa al birrificio Vapori di birra, uno degli esempi di usi diretti del calore del sottosuolo, impiegato come fonte primaria di energia per il processo brassicolo: si tratta infatti di un’espressione della Comunità del cibo a energie rinnovabili, nata nel 2009 grazie ad un’intesa tra CoSviG, Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e un’avanguardia di aziende locali, per promuovere lo sviluppo congiunto delle fonti rinnovabili e dell’agroalimentare di qualità.