37 scienziati a Trump: «rispetti l’accordo nucleare con l’Iran». Trump “avverte” la Corea del nord
Ma l’Iran ha fatto l’accordo con il G5+1, la Corea del nord vuole lanciare un missile balistico
[4 Gennaio 2017]
Un gruppo degli eminenti scienziati, tra i quali alcuni dei maggiori esperti al mondo nel campo della scienza nucleare e del controllo degli armamenti, ha inviato una lettera al presidente eletto Usa Donald Trump chiedendogli di rispettare l’accordo sul nucleare sottoscritto da G5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) e Iran con la partecipazione dell’Unione europea
Il gruppo di eminenti scienziati, che comprende anche i vincitori del premio Nobel, ha esortato Trump a sostenere l’accordo con l’Iran ritenendolo «un patrimonio strategico» e aggiungendo che «Tale intesa, fornisce una garanzia che l’Iran in futuro non costruisca una bomba nucleare».
Gli scienziati – che hanno aderito all’iniziativa lanciata dal fisico Richard L. Garwin, che ha contribuito a progettare la prima bomba all’idrogeno del mondo ed è stato un consigliere di dversi presidenti Usa sul controllo degli armamenti – hanno sottolineato che la Repubblica islamica dell’Iran ha mantenuto gli impegni presi nell’ambito del Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa) sottoscritto nel luglio 2015: «Gli iraniani hanno sospeso le attività di arricchimento. Il Paese avrebbe ora bisogno di “tanti mesi” invece di “poche settimane” per arricchire l’uranio per produrre armi nucleari». Il Jcpoa ha anche fatto abbassare la tensione tra l’Iran e i suoi suscettibili vicini delle monarchie sunnite del Golfo, ormai convinti che l’Iran non punti più a sviluppare un’arma nucleare.
La maggior parte dei 37 scienziati che hanno firmato la lettera sono fisici: oltre a Garwin, spiccano i nomi di Robert J. Goldston e e Frank von Hippel della Princeton University; Siegfried S. Hecker e Martin Hellman della Stanford University, Rush D. Holt dell’American association for the advancement of science e R. Scott Kemp, del Massachusetts institute of technology.
La lettera j ha naturalmente avuto molto risalto sui media iraniani, a cominciare da Press TV che, riprendendola dal New York Times, l’ha rilanciata per prima e che sottolinea: «L’Iran ha da sempre messo in evidenza la natura pacifica del suo programma nucleare, dicendo che non ha mai avuto alcuna intenzione di usarlo per scopi militari. Inoltre, l’Iran dice che è vietato l’uso di armi di distruzione di massa da un punto di vista religioso, come evidenziato in molte occasioni dai capi spirituali del paese.Secondo l’accordo, Teheran ha accettato di limitare alcuni aspetti del suo programma nucleare in cambio della rimozione di tutte le sanzioni legate al nucleare. Ma durante la sua campagna elettorale per le presidenziali dell’8 novembre Trump ha promesso di annullare l’accordo. Ha definito l’accordo un “disastro” e “il peggior affare mai negoziato.” Ha anche detto che l’accordo potrebbe portare ad un “olocausto nucleare”».
Gli iraniani ricordano che intervenendo a una manifestazione dell’American Israel public affairs committee, un potente gruppo di pressione statunitense noto per il suo forte sostegno allo Stato di Israele, aveva dichiarato che «La priorità numero 1 è quella di smantellare quell’accordo disastroso» che rappresenterebbe una vittoria dell’Iran sugli tati Uniti.
Trump non ha ancora risposto ai 37 scienziati, ma ha trovato il tempo per uno dei suoi Twit incendiari che prendono di mira un altro problematico Stato nucleare che le bombe atomiche ce l’ha davvero: la Corea del Nord.
Il primo gennaio il leader spremo nordcoreano Kim Jong-Un aveva annunciato che il suo Paese era entrato nella fase finale per sviluppare un missile balistico intercontinentale e che nel 2016 Pyongyang aveva rimpinguato il suo arsenale nucleare.
La Corea del Sud ha detto che il presidente Usa eletto Donald Trump ha inviato un “chiaro avvertimento” alla Corea del Nord, smentendo le capacità balistiche di Pyongyang.
Trump ci ha pensato qualche ora e poi ha twittato: «La Corea del Nord ha appena detto che è nella fasi finali dello sviluppo di un’arma nucleare in grado di raggiungere il territorio degli Stati uniti. Non accadrà!»
Esulta la Corea del sud che dice che Trump «ha inviato un chiaro avvertimento alla Corea del Nord».
Anche Barack Obama ha sempre detto che la Corea del nord non può diventare un Paese dotato di armamento nucleare, ma finora Trump non si era espresso sula situazione nel Paese asiatico retto dalla dittatura dinastica nazional-stalinista dei Kum iche individua gli Usa come il suo principale nemico.
Il portavoce del ministero degli esteri di Seoul Cho June-Hyuck. Cho ha detto che «Il messaggio del presidente eletto Trump è significativo perché è la prima menzione del programma nucleare della Corea del Nord e può essere visto come un chiaro avvertimento. La nuova amministrazione è chiaramente consapevole della gravità e dell’urgenza della minaccia nucleare di Pyongyang grazie all’attivo interessamento della Corea del Sud».