Acque nucleari Cisam, Arpat: «I limiti di scarico sono ampiamente rispettati»
[15 Novembre 2013]
Le analisi di Arpat sulle acque trattate provenienti dalla piscina dell’ex reattore nucleare del Cisam, relative ai parametri cesio-137 e trizio confermano e sono in linea con quelle effettuate da Enea. L’Agenzia ha ricordato che nei giorni scorsi il Cisam ha trasmesso alle amministrazioni competenti i risultati delle analisi del primo lotto di acque trattate provenienti dalla piscina dell’ex reattore nucleare, destinate ad essere scaricate oggi, 15 novembre, nel Canale dei Navicelli.
«Anche se la normativa vigente non prevede il controllo dell’attività di scarico e in generale delle operazioni connesse con il decommissioning dell’ex-reattore, da parte di enti esterni all’Amministrazione della Difesa, il Cisam ha messo a disposizione dell’Agenzia un campione del primo batch di acqua trattata su cui Arpat ha fatto le proprie analisi, a scopo di confronto e per trasparenza nei confronti delle amministrazioni e dei cittadini- hanno chiarito dall’Agenzia. Nel merito «i risultati evidenziano che i limiti di rilascio (o scarico) sono ampiamente rispettati per tutti i radionuclidi abbattuti dalla distillazione».
Entrando nel dettaglio Arpat ha spiegato che nel primo lotto di acque trattate risulta presente il trizio, che non è ridotto dalla distillazione, in concentrazione comunque inferiore al limite di rilascio, anche tenendo conto dell’incertezza espressa con un livello di fiducia di circa il 95% (il limite di scarico per il trizio è pari a 100 Bq/l, che coincide con il valore da non superare nelle acque potabili previsto dal D.Lgs. 31/01 e s.m.i.); nel primo batch di acque trattate sono anche presenti residui di uranio-238, in concentrazione pari a circa un ottavo il limite di rilascio; i limiti di rivelabilità degli altri radionuclidi ricercati e non quantificati sono da 3 a 10 volte inferiori al limite autorizzato; i risultati di Arpat, che ha analizzato l’acqua del primo batch, limitatamente al cesio-137 e al trizio, sono compatibili con quelli forniti dall’Enea, tenuto conto dell’incertezza di misura.
«Le analisi effettuate dall’Enea dimostrano il rispetto dei limiti di rilascio per tutti i radionuclidi; tali limiti sono stabiliti in modo da garantire che la popolazione circostante sia soggetta ad una dose inferiore a 10 microSievert/anno, valore che la normativa europea e italiana definiscono non rilevante da un punto di vista radiologico, ovvero trascurabile per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo» hanno concluso da Arpat.