AGGIORNAMENTO. Mali: ostaggi liberi, più di 20 morti nell’attacco all’hotel Radisson (VIDEO)
Rivendicazione del gruppo salafita algerino Al Mourabitoune e di Al Qaeda del Maghreb
[20 Novembre 2015]
E’ finito nel sangue l’attacco terrorista iniziato stamattina a Bamako, la capital del Mali, quando davanti all’Hotel Radsson Blu si è presentato un gruppo di uomini armati a bordo di un veicolo munito di targa diplomatica che subito è entrato nell’albergo ed ha occupato militarmente, dividendosi in coppie, tutti i piani fino al settimo, poi hanno cominciato a sparare. Avevano 170 ostaggi: 140 ospiti di almeno 14 nazionalità diverse e 30 lavoratori dell’albergo, e avevano ucciso subito almeno tre persone
Intorno alle 16,00 i militari del Mali, spalleggiati dalle forze francesi della spedizione Barkhane della spedizione Serval e dai soldati della forza di pace dell’Onu in Mali, la Minusma, sono riusciti ad entrare nell’albergo ed hanno liberato molti ostaggi. Secondo l’AFP ci sarebbero almeno 22 morti, la Minusma parla di 27 vittime, l’esercito del Mali di 20, ma purtroppo il bilancio non è definitivo. Tre terroristi sono stai sicuramente uccisi.
Già alle 16,27 il ministro della sicurezza interna del Mali, il colonnello Salif Traoré, aveva assicurato i giornalisti che «Dopo diverse ore di assalto all’interno dell’hotel, gli autori dell’attacco non hanno più ostaggi tra le mani e le forze [di sicurezza] stanno per attaccarli».
Jeune Afrique riferisce di una fonte di sicurezza del Mali secondo la quale alle 17,15 non si sentivano più spari nel quartiere ACI 2000, poco ad ovest del centro di Bamako, dove è avvento l’attacco terrorista e che era considerato uno dei quartieri più calmi e sicuri della capitale e che ospita numerose sedi di grandi imprese straniere.
Le forze maliane e francesi stanno passando al setaccio l’albergo per scovare eventuali terroristi nascosti, dopo che le forze speciali maliane avevano ingaggiato una vera e propria battaglia con i jihadsti ai piani più alti del Radsson Blu. Intanto sono state evacuate dall’area più di 100 persone.
Un europeo, Geoffrey Dieudonné, un alto funzionario belga del parlamento della Fédération Wallonie-Bruxelles, è sicuramente stato ucciso de Bamako. Era in missione di tre giorni a Bamako nel quadro di una convenzione di collaborazione con la francophonie parlementaire, per tenere un seminario formative a funzionari parlamentari del Mali. Infatti, nell’albergo era ospitata una delegazione dell’Organisation internationale de la Francophonie (OIF), composta da 5 persone, per preparare la visita a Bamako di Michaëlle Jean, il segretario generale dell’OIF. Il numero 2 dell’OIF, Adama Ouane, che faceva parte della delegazione, è sano e salvo.
Le ipotesi che l’attacco fosse stato organizzato da gruppi jihadisti come Ansar Din, katiba Khalid Ibn Walid e Front de libération du Macina, è stata smentita da una rivendicazione di Al Mourabitoune, capeggiato dal famigerato jihadista algerino Mokhtar Bel Mokhtar, che, secondo il sito internet della Mauritania Al Akhbar, ha detto di aver r condotto l’attacco contro il Radisson in collaborazione con Al-Qaïda au Maghreb islamique (Aqmi) i due gruppi che puntano dichiaratamente ad impossessarsi delle risorse petrolifere e minerarie nascoste nell’area tra il Sahara e il Sahel che attraversa i confini di Algeria, Mali, Niger, Libia e Ciad . Poi Al-Mourabitoune in persona ha scritto su Twitter che l’attacco a Bamako è stato «condotto in coordinamento con i nostri fratelli all’interno di Aqmi». Inoltre il gruppo di tagliagole di Mokhtar Bel Mokhtar ha minacciato di continuare gli attacchi. «fino alla fine delle aggressioni contro il Nord Mali e alla liberazione dei jihadisti detenuti nel sud e nel centro del Mali».
E’ evidente che l’attacco contro gli stranieri è un avvertimento alle forces Barkhane francesi, che hanno sedato la rivolta islamista che aveva trasformato il nord del Mali in un califfato islamista, strappandolo ai tuaregh che lo avevano dichiarato indipendente con il nome di Azawad, ma anche un richiamo alla guerra santa comune contro gli stranieri e gli “apostati” islamici del governo del Mali e degli altri Paesi africani che forniscono truppe alla Minusma, alla galassia dell’integralismo islamista maliano e dell’intero Maghreb.
Il presidente del Mali, Ibrahim Boubacar Keïta, si è congratulato con le forze armate maline per la professionalità dimostrata.