Alghe, da problema a risorsa: materie prime seconde e combustibili sostenibili
Si possono ricavare 47mila litri di biocarburanti per ettaro all’anno, ma anche importanti materiali
[21 Ottobre 2015]
L’utilizzo di alghe per fini energetici è sempre più sperimentato e applicato a diverse tecnologie, sia per la produzione di biocombustibili (fondamentalmente per autotrazione) sia per l’utilizzo di biomassa pellettizzata per riscaldamento (stufe, caldaie, termo camini, ecc.). Ma le alghe e gli scarti che scaturiscano dai vari processi di trattamento possono fornire importanti materie prime seconde per altri settori produttivi, dalle bioplastiche, a materie prime chimiche, lubrificanti, fertilizzanti e persino cosmetici. Le cartiere Favini (VI) da anni utilizzano le alghe infestanti la laguna di Venezia per produrre una particolare tipologia di carta, la Shiro Alga Carta, tra l’altro certificata FSC.
Recentemente il progetto BioFat, BIOfuel From Algae Technologies, sostenuto dalla Commissione Europea coinvolgendo 10 partner di 7 nazioni, che proseguirà fino ad aprile del 2016, ha confermato il potenziale delle alghe come fonte sostenibile di biocarburante e bioprodotti con basse emissioni di gas a effetto serra. Apposite strutture di lavorazione su scala pilota, ciascuna con dimensioni pari a mezzo ettaro, sono state costruite in Italia e Portogallo, mentre una struttura dimostrativa su scala più grande di dimensioni pari a 10 ettari è attualmente in fase di ultimazione.
La sostenibilità è stata il fattore chiave durante tutto il progetto, con i partner del consorzio che si sono concentrati su questioni ambientali (come ad esempio l’uso di specie marine di alghe per limitare l’uso di acqua dolce) e su questioni economiche (ottenere un basso consumo di energia). Questi impianti hanno dimostrato perfettamente in che modo le tecnologie per produrre biocarburanti dalle alghe funzioneranno da un punto di vista economico, e hanno mostrato che le piattaforme di produzione delle microalghe su larga scala possono essere gestite in maniera efficiente.
Le alghe verdi, una comune seccatura dei laghetti nei giardini, hanno un immenso potenziale come nuova fonte energetica sostenibile e a buon mercato. I benefici chiave includono il fatto che le alghe sono tra gli organismi fotosintetici che crescono più rapidamente. Possono raddoppiare in numero nel giro di poche ore e raccolte ogni giorno, con un potenziale in termini di biomassa e biocarburante di molte volte superiore rispetto a quello delle nostre colture più produttive. Le alghe, inoltre, accumulano energia sotto forma di oli e carboidrati, e questo, in combinazione con la loro elevata produttività, significa che possono produrre fino a 5.000 galloni di biocarburanti per acro all’anno (circa 47.000 litri per ettaro all’anno). Le alghe producono oli che possono essere trasformati in biodiesel (tramite l’esterificazione degli acidi grassi) e carboidrati, i quali possono poi essere fatti fermentare per produrre etanolo (ottimo sostituto della benzina).
Dopo l’estrazione dell’olio, la rimanente biomassa algale può essere essiccata e pellettizzata, e quindi usata come combustibile da bruciare in caldaie industriali e altre fonti per la produzione di energia.