Riceviamo e pubblichiamo

Bielorussia, le minacce di stop al transito di gas verso l’Ue potrebbero essere poco più di un bluff

Nell’ultimo anno la Russia ha esportato via gasdotto circa 200 miliardi di metri cubi di gas, 150 dei quali diretti verso l’Ue: una dipendenza a doppio senso

[18 Novembre 2021]

La Bielorussia è un Paese importante per il gas russo esportato dagli Urali occidentali verso l’Ue, ma non è affatto l’unica via.

L’Ue dipende dalla Russia e non dalla Bielorussia. Nel 2020, circa 150 miliardi di metri cubi di gas sono stati esportati in Europa dalla Russia, via gasdotto. Di questi flussi, si stima che circa il 20% sia passato attraverso la Bielorussia.

Nello stesso anno, la Russia ha esportato un totale di poco meno di 200 miliardi di metri cubi di gas via gasdotto, quindi è evidente che la Russia dipende fortemente dall’Ue anche per le esportazioni e trovo improbabile che la Russia voglia mettere a repentaglio questa relazione a lungo termine.

La grande domanda è: quali sono le fonti alternative di gas per l’Europa? L’Ue importa grandi quantità di gas dalla Norvegia, dai Paesi Bassi e anche dall’Ucraina, che ha 140 miliardi di metri cubi di capacità di transito, anche se si tratta essenzialmente di gas russo.

L’Ue – Germania a parte – importa anche gas sotto forma di gas naturale liquefatto (Gnl). Teoricamente, il deficit potenziale del gas che transita in Bielorussia potrebbe essere coperto dalle importazioni di Gnl. Tuttavia, questo potrebbe non essere semplice, dato che molti carichi di Gnl tendono ad essere esportati verso l’Asia Pacifica, mercato molto più grande e lucrativo.

Il gas russo attraverso la Bielorussia potrebbe anche essere facilmente trasportato tramite Nord Stream 2 attraverso il Mar Baltico, che ha la capacità di trasportare 55 miliardi di metri cubi all’anno. Questo significa che Putin potrebbe ancora trovare una soluzione anche se la Bielorussia oppone resistenza. Fondamentalmente, la Russia vuole vendere il suo gas agli attuali prezzi gonfiati e troverà un modo per farlo con o senza l’intervento bielorusso. Come questo influenzi i costi e il prezzo del gas è un’altra questione.

Il gas naturale è al centro della transizione energetica ed è stato propagandato come il ponte tra la passata dipendenza dal carbone a un futuro che si basa in gran parte sulle energie rinnovabili.

Mentre la Russia potrebbe probabilmente fare a meno di queste minacce e contro-minacce di terzi, ci dovrebbe essere la consapevolezza che anche il Gnl da gas di scisto degli Stati Uniti non sostituisce la convenienza e l’abbondanza del gas russo. Con l’ostilità che può attirare sia dall’Ue che dalla Russia, le minacce del signor Lukashenko è quindi improbabile che si realizzino o che si dimostrino molto più di un inconveniente.

di Michael Tamvakis, professore di Economia delle materie prime e finanza alla Bayes Business School