Chiude la centrale nucleare del Vermont. Entergy: «Non è più redditizia»
[28 Agosto 2013]
Entergy, proprietaria della sola centrale nucleare costruita nello Stato Usa del Vermont ha deciso di chiuderla, eppure l’utility aveva appena vinto una lunga battaglia legale con lo Stato per mantenerla operativa. Alla fine Entergy ha ammesso che il mercato e altri problemi rendono la centrale nucleare di Vermont Yankee (nella foto) non più redditizia.
L’annuncio è stato dato durante un’intervista alla radio pubblica statunitense Npr dal presidente di Entergy in persona, William Mohl che ha detto che l’impianto cesserà di funzionare entro la fine del 2014 e ha ammesso che questo è un segno di quanto il mercato energetico Usa stia cambiando.
La centrale di Vermont Yankee sorge sul fiume Connecticut, vicino al confine col Massachusetts e il reattore è entrato in funzione nel lontano 1972. Da anni esiste un contenzioso tra lo Stato, che considerava la centrale ormai obsoleta e a fine vita e la Entergy che voleva continuare a gestirla con qualche aggiustamento, ma quando ha annunciato la notizia della prossima chiusura ai lavoratori, Mohl per la prima volta ha dato la colpa al mutamento del mercato energetico e non al contenzioso con il governo del Vermont.
Nell’intervista all’Npr ha infatti ammesso che «questa decisione si basa sull’economia dell’impianto, sulle sue prestazioni non operative, non sul rischio di contenzioso, né su pressioni politiche. In poche parole, i costi dell’impianto superano le entrate dell’impianto e questo asset non è finanziariamente sostenibile».
Eppure la centrale di Vermont Yankee è dotata di reattori della General Electric, cioè come quelli di Fukushima Daiichi danneggiati dal terremoto/tsunami del 2011 e proprio dopo quella tragedia Entergy stava affrontando costose modifiche richieste dal governo federale per migliorare la sicurezza.
Alla fine però sono stati i bassi prezzi del gas a condannare a morte la vetusta centrale americana che sarà probabilmente la prima a perire di fronte alla concorrenza delle nuove centrali elettriche alimentate con il gas shale a buon mercato della fratturazione idraulica, l’ormai famigerato fracking. Gli stessi problemi che affliggono la Vermont Yankee anche affliggono anche tutti gli altri vecchi reattori statunitensi e ci troviamo probabilmente di fronte ad un’ondata di chiusure degli impianti nucleari civili negli Usa.
L’annunciato rinascimento nucleare americano si è trasformato in un incubo per chi lavora nelle centrali, ma ora ci sarà da affrontare la lunga dismissione per la quale Entergy ha avuto 60 anni di tempo dalla Nuclear Regulatory Commission, che l’utility sfrutterà per accumulare denaro in un fondo istituito per lo smantellamento e la bonifica del sito. Il governatore del Vermont Peter Shumlin ha detto di voler accelerare questo calendario, per permettere che il sito nucleare possa essere utilizzato per l’industria o per una centrale elettrica di altro tipo che «contribuisca ad alimentare il nostro futuro energetico verde, la via migliore per il Vermont in termini di posti di lavoro».
Il problema della dismissione potrebbe però portare all’ennesimo scontro tra Entergy e lo Stato: il Vermont vuole più soldi per bonificare il sito nucleare e pensa di trovarli tassando di più la Vermont Yankee.