Danneggiato il sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporozhya
Iaea gravemente preoccupata: istituire una zona di protezione e sicurezza nucleare intorno alla centrale bombardata
[22 Settembre 2022]
Mentre in Italia a destra (e al centro) si continua a parlare di nucleare sicuro, mentre Putin minaccia di sganciare la bomba nucleare se l’Ucraina attaccherà il territorio russo, nell’Ucraina occupata dai russi (altro che ritiro da Zaporozhia come scrivevano i giornali e dicevano i telegiornali italiani, pochi giorni fa…) la tragedia nucleare è sempre alle porte. Ieri Vladimir Rogov, membro della nuova amministrazione militare e civile della regione di Zaporozhya, ha denunciato che «Il sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporozhie, situata nella città di Energodar, in una regione controllata dalle forze russe, è stato danneggiato da un attacco delle Forze armate ucraine. Inoltre, l’offensiva ha causato danni ad alcuni trasformatori dell’impianto e ad un quadro elettrico all’aperto. L’esercito ucraino vuole provocare una situazione in cui l’impianto non può essere messo in funzione».
L’amministrazione comunale filorussa di Energodar ha detto che «La centrale nucleare è stata bombardata dalle forze armate ucraine il 21 settembre nelle prime ore del mattino. Le apparecchiature di comunicazione di una delle unità di potenza sono state danneggiate, causando un’interruzione temporanea di corrente. I bombardamenti rinnovati nella prima mattinata di mercoledì nel sito della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya (ZNPP) hanno danneggiato i cavi che forniscono elettricità a una delle sue sei unità, costringendo temporaneamente questo reattore a fare affidamento su generatori diesel di emergenza per l’energia di cui ha bisogno per le funzioni di sicurezza essenziali».
Una situazione pericolosissima che è stata confermata dall’International atomic energy agency (Iaea) che ne è stata informata sul sito da personale operativo ucraino di alto livello.
L’Iaea dice che «Due dei tre generatori diesel di emergenza dell’unità reattore 6 si sono avviati automaticamente e hanno funzionato per circa 40 minuti in seguito al bombardamento avvenuto alle 01:13 ora locale vicino alla sala turbine dell’unità che si trova accanto all’edificio del reattore. Non erano più necessari dopo che l’operatore è stato nuovamente in grado di accedere all’elettricità esterna per l’unità 6 dalla linea elettrica principale esistente della ZNPP, attraverso il piazzale della vicina centrale termica. Gli altri 5 reattori della ZNPP non sono stati interessati, continuando a ricevere energia direttamente dalla linea elettrica fuori sede dell’impianto che è stata ripristinata la scorsa settimana. Sono in corso i lavori per riparare i cavi danneggiati dell’unità 6, così come gli sforzi per ripristinare il collegamento diretto di questa unità alla linea elettrica esterna della ZNPP. I 6 reattori della ZNPP sono tutti in uno stato di arresto a freddo, ma richiedono comunque alimentazione per mantenere il raffreddamento e altre funzioni vitali di sicurezza».
Il direttore generale dell’Iaea Rafael Grossi, che è all’Onu a New York per consultazioni ad alto livello sulla sua proposta di istituire una zona di protezione e sicurezza nucleare intorno alla ZNPP, si è detto «Gravemente preoccupato per gli ultimi bombardamenti nel sito della più grande centrale nucleare d’Europa» e ha sottolineato «L’importanza della presenza dell’Iaea sul sito per osservare e riferire su tali incidenti in modo imparziale e indipendente». In tale contesto, Grossi ha ribadito che «Il team dell’Iaea presente sul sito nelle ultime tre settimane ha potuto trasmettere informazioni direttamente alla sede dell’Agenzia a Vienna e svolgere le proprie attività senza alcun impedimento, restrizione o interruzione».
L’Af genzia nucleare dell’Onu conferma che «L’incidente di mercoledì è avvenuto dopo un altro episodio di bombardamento il giorno precedente, in uno degli stagni di raffreddamento a spruzzo del sito ZNPP, che fanno parte del sistema di rimozione del calore dell’impianto. Il tubo è stato danneggiato, mettendo fuori servizio lo stagno in attesa di riparazioni. Ci sono state anche segnalazioni di bombardamenti ieri nel sito industriale intorno alla centrale termica, situata a pochi chilometri dalla Znpp».
Grossi conclude che «Questo dimostra ancora una volta l’urgente necessità di stabilire una tale zona intorno alla ZNPP. Fino a ieri sembravano esserci meno bombardamenti presso o vicino all’impianto, ma quest’ultimo episodio dimostra che il pericolo rimane molto reale. Non è scomparso e non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Sono determinato a fare tutto il possibile affinché la sicurezza nucleare e la zona di protezione della sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya (ZNPP) diventi realtà molto presto. I miei incontri ad alto livello alle Nazioni Unite questa settimana sono cruciali per raggiungere questo obiettivo che è di fondamentale importanza per prevenire il verificarsi di un grave incidente nucleare».