Deposito costiero Gpl a Manfredonia, Regione Puglia e comune dicono no
Legambiente: «Per il Golfo di Manfredonia immaginiamo un altro tipo di economia»
[23 Ottobre 2015]
Il 21 ottobre il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, gli assessori regionali all’urbanistica Anna Maria Curcuruto e alla qualità dell’Ambiente Domenico Santorsola, i consiglieri regionali Giandiego Gatta e Paolo Campo, hanno incontrato i vertici della EnerGas spa ai quali è stata anticipata la posizione che ieri è stata presa dalla Regione e dal Comune nella conferenza di servizio, che si è tenuta al ministero per lo sviluppo economico, sulla richiesta di autorizzazione all’esercizio di un deposito costiero di gas GPL. Il deposito è stato ritenuto «non conforme alla legge per le ragioni tecniche» e «comunque, assolutamente inopportuno dal punto di vista della sicurezza della comunità di Manfredonia nonché ai fini del corretto sviluppo dell’area industriale di Manfredonia che verrebbe interrotta, se non addirittura azzerata, dalla presenza di un impianto che potrebbe rivelarsi di particolare pericolosità come quello in oggetto».
Quindi Regione e Comune hanno detto che si attiveranno, nelle sedi competenti, a partire dal MISE, «per la revoca dell’iter autorizzativo dell’insediamento dell’impianto EnerGas in considerazione del rischio industriale per la città e dell’impatto ambientale per tutto il territorio circostante».
Intanto la stampa pugliese aveva iscritto Legambiente nel fronte favorevole al deposito costiero di Gpl da realizzare nell’area industriale di Manfredonia e che ha ricevuto lo stop di Regione e Comune. In effetti il 20 ottobre il circolo Legambiente Nautilus di Manfredonia aveva firmato un comunicato stampa congiunto insieme alla Coop. Servizi Portuali Orsini e all’Impresa Portuale F. Muscatiello nel quale si evidenziava che «Dalla documentazione ufficiale è emersa la completa regolarità della indicazione del sito ove dovrà sorgere l’impianto contestando pertanto il tentativo del Comune di Manfredonia il tardivo provvedimento di cambiamento d’uso dei terreni interessati al progetto Gpl. Così come è emersa la scrupolosa applicazione delle più avanzate tecnologie in fatto di costruzione e di scurezza di depositi interrati di Gpl, un gas che lo stesso ordinamento della Regione Puglia classifica “non inquinante”» e che concludeva: «Non si comprende pertanto l’avversione a questo progetto, basato su considerazioni del tutto irrazionali, prive di una qualsiasi fondata dimostrazione, mirata a ostacolare qui a Manfredonia, uno sviluppo che è consentito e sostenuto in tantissime realtà italiane».
Una posizione probabilmente poco condivisa con il resto dell’associazione ambientalista, tanto che il Cigno Verde pugliese ha precisato che «Il circolo Legambiente Nautilus di Manfredonia ha semplicemente incontrato l’azienda napoletana Energas, congiuntamente alla Cooperativa servizi portuali Orsini e all’impresa portuale F. Muscatiello, che ha fornito il suo punto di vista sugli aspetti tecnici e organizzativi dell’impianto da realizzare. Dall’incontro non ne è derivata, in automatico, una opinione dell’associazione sulla qualità o validità del progetto poiché nel merito della proposta Legambiente non si è mai espressa».
A mettere fine ad illazioni e possibili interpretazioni è intervenuto Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, che ha sottolineato: «La storia ambientale e industriale di questa città è ben chiara: non si può proporre oggi un nuovo impianto a rischio di incidente rilevante nel porto industriale, a 2 miglia dal centro storico, e non si può chiedere ancora una volta alla città di ospitare attività di archeologia industriale quale il traffico di navi gasiere che attracchino a quel molo. Il Golfo di Manfredonia riveste ben altra importanza nella blue economy dell’Adriatico».