Due petroliere in fiamme nel Golfo Persico. Chi le ha attaccate? (VIDEOGALLERY)
Gli iraniani: altamente sospetta la coincidenza degli attacchi con la visita del premier giapponese a Teheran
[13 Giugno 2019]
Secondo Reuters e l’iraniana Press tv «Due petroliere sono in fiamme nell’area del Golfo Persico, al largo dell’Oman, dopo essere state nel mirino di attacchi». Lo confermano le foto che pubblichiamo (scattate da aerei e da navi s di soccorso iraniani) e fonti militari statunitensi.
L’agenzia internazionale iraniana Pars Today spiega che «Le petroliere sono la Front Altair, battente bandiera delle Isole Marshall e proprietà della norvegese Frontline, e la Kokuka Courageous, battente bandiera di Panama. Gli equipaggi sono stati evacuati». Fonti locali hanno riferito alla tv iraniana Al-Alam che «sono state udite forti esplosioni provenienti dall’area». Il capitano della Front Altair ha detto che la sua nave è stata colpita da un siluro e la Quinta flotta degli Stati Uniti, che ha la sua base nel Bahrein, ha comunicato di aver ricevuto una richiesta di aiuto da due petroliere “attaccate” nel golfo dell’Oman, specificando che si è trattato di «Due allarmi distinti, uno alle 6.12 del mattino e un altro alle 7 del mattino (ora locale). Le navi americane sono sul posto e forniscono assistenza».
Sul posto sono arrivate anche navi iraniane e Pars Today scrive che «La marina di Teheran ha soccorso 44 membri degli equipaggi delle due petroliere in fiamme nel Golfo dell’Oman». Dopo i media iraniani hanno specificato che la due petroliere colpite «sono state soccorse dalle unità di salvataggio della marina iraniana che stazionavano nell’area della provincia di Hormozgan, e sono stati trasferite al porto iraniano di Bandar-e-Jask».
Secondo il giornale specializzato Tradewinds, una terza petroliera, la norvegese Frontline, è stata colpita da un siluro al largo di Fujairah, porto negli Emirati arabi. La notizia non ha trovato finora una conferma ufficiale.
Americani, sauditi ed emiratini puntano nuovamente il dito contro l’Iran che però fa notare che sarebbe da folli che la Repubblica Islamica attacchi delle petroliere proprio mentre a Teheran è in visita il premier giapponese Shinzo Abe che ha incontrato la Guida suprema della Repubblica islamica, l’ayatollah Ali Khamenei, alla presenza del presidente Hassan Rohani, proprio per tentare una mediazione tra l’Iran, gli Usa e i loro alleati arabo/sunniti delle monarchie petrolifere del Golfo.
Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif scrive su che è «Altamente sospetta la coincidenza tra gli “attacchi” di questa mattina a due petroliere nel Mare d’Oman e la visita a Teheran del primo ministro giapponese Shinzo Abe. La parola sospettosa non è sufficiente a descrivere ciò che sembra apparentemente di questi attacchi contro petroliere legate al Giappone, attacchi che si sono verificati mentre il primo ministro incontrava il leader supremo iraniano a Tehran».
Gli incidenti hanno provocato subito un forte aumento del costo del barile del Bfrent che è salito a 62,05 dollari (+3,47%) e di quello del greggio leggero americano che è arrivato a 52,66 dollari al barile (2,97%). La zona delle esplosioni è vicina allo Stretto di Ormuz, la via navigabile strategica da cui passa un quinto del petrolio consumato in tutto il mondo.