Ecoreati. In Senato Via libera alla legge. Galletti: «Chiedo alla Camera di far presto»
Legambiente e Libera: «La Camera approvi il testo uscito da palazzo Madama senza fare modifiche»
[4 Marzo 2015]
Il Senato ha approvato il Ddl sui delitti ambientali nel codice penale che ha come primi firmatari i parlamentari Ermete Realacci (Pd), Salvatore Micillo (M5S) e Serena Pellegrino (Sel) secondo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, «L’approvazione al Senato del disegno di legge sugli ecoreati e’ un segnale di grande sensibilità e attenzione nei confronti di un tema, il contrasto ai crimini contro l’ambiente, di stringente urgenza per l’intero Paese. Siamo ormai all’ultimo miglio di un passaggio storico: chiedo alla Camera di fare presto e di approvare questo testo senza ulteriori modifiche. C’è assoluta necessità di avere quanto prima a disposizione queste nuove norme per stroncare i business criminali che si arricchiscono inquinando il nostro territorio».
Si chiude un percorso durato anni, e fortemente caldeggiato anche da buona parte del mondo ambientalista. Il risultato, preso singolarmente, è apprezzabile: inasprire e rendere certe le pene per chi compie delitti ambientali appare una norma di buon senso. Ci domandiamo però quali saranno gli effetti pratici di questa nuova legge, che si trova ad agire all’interno di un più ampio complesso legislativo e normativo – quello italiano – quanto mai confuso e incerto, particolarmente quando si parla d’ambiente.
Si prenda l’ultimo e lampante esempio, riguardante i rifiuti. Trascorsi 180 giorni dalla conversione in legge conversione in legge (116/2014) del dl «Competitività», dal 18 febbraio è stata colpevolmente stravolta la classificazione dei rifiuti speciali con “codici a specchio”, mandano nel caos le imprese che questi rifiuti dovrebbero gestire (legalmente), con la conseguenza di inceppare un intero settore industriale, di aggravare i rischi ambientali a esso legati e – non ultimo – di esporre i rappresentanti legali di dette aziende a conseguenze giuridicamente assai spiacevoli. Come si combina tutto questo con l’inasprimento delle pene perseguito dal ddl sugli ecoreati? Lo stesso Ermete Realacci, ambientalista esperto e di lungo corso, nonché tra i primi 3 firmatari del ddl in questione, queste problematiche le ha ben presenti. Non è un caso che sempre lui figuri tra i cofirmatari di un odg rivolto al governo, chiedendo di sanare le gravi problematiche emerse con la riclassificazione dei rifiuti speciali.
Il problema è che, al di fuori di una ristretta cerchia di esperti (ma spesso anche al di dentro), questi fondamentali e complessi aspetti rimangono al di fuori della discussione, e si procede per ideologie piuttosto che serene analisi basate sui fatti. Normative chiare, stabili e coerenti sono la materia prima indispensabile per permettere alle imprese sane di lavorare in difesa dell’ambiente, e la base – anche morale – per poter estromettere e condannare dal sistema economico tutto le altre. Finché entrambi i binari non correranno paralleli, l’inasprimento delle pene rischia di essere un modo per frenare gli imprenditori onesti, e favorire paradossalmente coloro che delle regole da sempre se ne fregano.
Comunque si tratta certamente di un successo per Legambiente e Libera, che hanno promosso l’appello “In nome del popolo inquinato: subito i delitti ambientali nel Codice penale” sottoscritto da altre 23 sigle associative e da circa 70.000 cittadini. Per Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente e Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera, «Dopo il voto a larghissima maggioranza del Senato, siamo vicinissimi all’approvazione definitiva di una legge che aspettiamo da oltre 20 anni. La Camera dei deputati metta subito all’ordine del giorno dei lavori il disegno di legge sugli ecoreati e approvi senza fare modifiche questa riforma di civiltà per fermare una volta per tutte i ladri di futuro. La tutela dell’ambiente, della salute e della parte sana dell’economia non possono più aspettare. Grazie al voto dell’aula di ieri pomeriggio è stata finalmente cancellata la non punibilità dei reati colposi in caso di bonifica, tanto cara a Confindustria, e sono stati apportati ulteriori miglioramenti al testo grazie al voto favorevole della maggioranza, del Movimento Cinque Stelle e di Sel. Ora chiediamo alla presidente della Camera, ai presidenti delle Commissioni Giustizia e Ambiente e ai capigruppo di Montecitorio di calendarizzare immediatamente un disegno di legge su cui si è ormai consolidata una maggioranza schiacciante che va oltre ogni schieramento, per approvarlo definitivamente senza fare altre modifiche. Qualsiasi ipotesi migliorativa del testo può essere eventualmente inserita in un disegno di legge parallelo, senza ostacolare e ritardare ulteriormente l’approvazione definitiva del testo licenziato oggi dal Senato».
Soddisfatto, ma non del tutto anche il leader dei Verdi Angelo Bonelli: «L’approvazione del disegno di legge sugli eco reati è un primo passo importante per costruire in Italia un sistema di protezione dell’ambiente e quindi della salute dei cittadini. Un primo passo perché ci sono alcune norme che non convincono e che in futuro dovranno essere modificate come ad esempio sul disastro ambientale che per potere essere contestato dovrà essere dimostrata l’irreversibilità del danno all’ecosistema aprendo a conteziosi giuridici nelle aule dei tribunali. on dimentichiamo che ci sono crimini contro l’ambiente che sono autorizzati per legge: circa un anno fa il governo ha approvato un decreto (91/2014) con il quale per gli scarichi a mare di acciaierie, centrali a carbone, cementifici, raffinerie, centrali elettriche, stabilimenti chimici ecc., per i quali non è possibile rispettare i limiti di emissione previsti dal codice per l’ambiente, in sede di autorizzazione integrata ambientale, possono essere previsti valori limiti di emissione più alti (meno restrittivi) e proporzionati ai livelli di produzione, dando, di fatto, il via libera ad inquinare per legge. Insieme alla positiva modifica del codice penale con l’introduzione degli ecoreati ora andranno potenziati i controlli sorvegliare e prevenire, ricostruendo e potenziando le Agenzie regionali per l’ambiente che, negli ultimi anni, sono state demolite nelle loro piante organiche».