Energia per le navi: la Svezia promuove l’energia meno dannosa per l’ambiente
[21 Ottobre 2014]
La Svezia può applicare un’aliquota di imposta ridotta sull’energia elettrica fornita direttamente a navi ormeggiate in porto diverse dalle imbarcazioni private da diporto fino al 25 giugno 2020. La riduzione di imposta che la Svezia intende applicare mira a continuare a promuovere un uso più generalizzato dell’energia elettrica erogata da impianti di terra quale sistema meno dannoso per l’ambiente, rispetto al consumo di combustibili bunker a bordo, per il soddisfacimento del fabbisogno energetico delle navi ormeggiate in porto.
Il ricorso a tal tipo di energia contribuisce a migliorare la qualità dell’aria delle località portuali nella misura in cui permette di evitare le emissioni di inquinanti atmosferici derivanti dall’uso di combustibili bunker. Cosa che avviene in Svezia viste le condizioni specifiche che caratterizzano la struttura produttiva della regione interessata, vale a dire il mercato nordico dell’energia elettrica di cui fanno parte Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia.
Fra l’altro, l’uso di energia elettrica erogata da impianti di terra anziché di quella generata da combustibili bunker permettere di ridurre le emissioni di CO2. La misura possono contribuire al conseguimento degli obiettivi delle politiche dell’Unione in materia di ambiente, sanità e clima.
La concessione dell’autorizzazione alla Svezia non eccede quanto è necessario per incrementare l’utilizzo di questo tipo di energia, dato che nella maggior parte dei casi la produzione a bordo continuerà a rappresentare l’alternativa più competitiva. Per la stessa ragione, a causa dell’attuale scarsa penetrazione del mercato della tecnologia in questione, è poco probabile che la misura determini significative distorsioni della concorrenza nel periodo in cui è applicata e non pregiudicherà pertanto il corretto funzionamento del mercato interno.
E’ la direttiva del 96 che prevede la possibilità di applicare da parte degli Stati autorizzati riduzioni in base a determinate condizioni.
La direttiva in questione ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità. Il sistema comunitario di tassazione minima, per molto tempo limitato agli oli minerali, viene esteso al carbone, al gas naturale e all’elettricità. Il sistema fissa le aliquote minime d’imposta applicabili ai prodotti energetici quando sono usati come carburante per motori, combustibile per riscaldamento o per produrre elettricità. Mira a migliorare il funzionamento del mercato interno limitando le distorsioni della concorrenza tra gli oli minerali e gli altri prodotti energetici. E promuove un uso più efficiente dell’energia per ridurre la dipendenza dai prodotti energetici di importazione e limitare le emissioni di gas serra.
Inoltre, con l’intento di proteggere l’ambiente, autorizza gli Stati membri a concedere sgravi fiscali alle imprese che adottano misure specifiche per ridurre le loro emissioni.