Europarlamento: nell’Ue stazioni di ricarica per auto ogni 60 km, idrogeno ogni 100 km
Adottati anche obiettivi obbligatori per ridurre le emissioni nel settore marittimo
[4 Ottobre 2022]
Secondo la commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo, «Per aiutare l’Ue a diventare climaticamente neutrale entro il 2050. le auto dovrebbero essere in grado di ricaricarsi ogni 60 km e rifornire di idrogeno ogni 100 km, mentre le navi devono utilizzare l’alimentazione elettrica a terra nei porti».
Il progetto di mandato negoziale sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi è stato adottato con 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni e punta a «Stimolare la diffusione di stazioni di ricarica o di rifornimento alternative (come elettriche o a idrogeno) per auto, camion, treni e aerei e a sostenere l’adozione di veicoli sostenibili».
Gli eurodeputati sono d’accordo nel fissare obiettivi nazionali minimi obbligatori per lo spiegamento di infrastrutture per combustibili alternativi e di chiedere ai Paesi dell’Ue di presentare entro il 2024 il loro piano su come riuscirci.
Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha commentato: «Auto elettriche, avanti tutta! La Commissione Trasporti del Parlamento europeo ha approvato le nuove norme del pacchetto Fit for 55 riguardante la mobilità sostenibile. Fra le principali novità c’è l’obiettivo di garantire la disponibilità e l’utilizzabilità di una fitta e capillare rete di infrastrutture per i combustibili alternativi a quelli fossili, in particolar modo per l’auto elettrica. Con stazioni di ricarica più efficaci, rapide e con una distanza massima di 60 km per i veicoli leggeri e 100 km per quelli pesanti i cittadini possono guardare a questa tecnologia pulita con ottimismo. Nel primo semestre del 2022 la vendita mondiale di auto elettriche è cresciuta del 63% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’Italia con 85mila nuove immatricolazioni si colloca fra i primi posti, ma bisogna fare di più per rendere l’auto elettrica accessibile a tutti e funzionale alle esigenze degli automobilisti. Con l’obbligo di stazioni di ricarica vicine aiutiamo i cittadini a scommettere su questa tecnologia del futuro che contribuisce ad abbattere l’inquinamento atmosferico e ci rende indipendenti dal punto di vista energetico».
Secondo il testo adottato, «Entro il 2026 i pool di ricarica elettrica per auto dovrebbero essere installati almeno ogni 60 km lungo le principali strade dell’Ue. Per camion e autobus, gli stessi requisiti si applicherebbero entro il 2026, ma solo sulle reti TEN-T centrali». I deputati europei vogliono anche che «Le stazioni di ricarica per i camion in un parcheggio sicuro e protetto vengano dispiegate più rapidamente: due stazioni di ricarica dal 2028 invece di una dal 2031 come proposto dalla Commissione europea». In tutti i casi, alcune esenzioni all’impiego si applicherebbero alle regioni ultraperiferiche, alle isole e alle strade con scarso traffico».
Inoltre, gli eurodeputati suggeriscono di «Creare più stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le principali strade dell’Ue rispetto alla proposta della Commissione (ogni 100 km anziché ogni 150 km) e di farlo più velocemente (entro il 2028 anziché entro il 2031)».
Il progetto di mandato negoziale prevede che «Gli utenti di veicoli a carburante alternativo dovrebbero poter pagare facilmente, il prezzo dovrebbe essere visualizzato per kWh o per kg, essere economico, comparabile e accessibile a tutte le marche di veicoli». I deputati europei vogliono anche creare entro il 2027 un punto di accesso dell’Ue per i dati sui combustibili alternativi per fornire informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi nelle diverse stazioni.
Il relatore sull’infrastruttura dei combustibili alternativi <, il socialdemocratico tedesco Ismail Ertug, ha evidenziato che «I combustibili alternativi sostenibili e la diffusione delle loro infrastrutture svolgono un ruolo chiave nella transizione verso una decarbonizzazione di successo del settore dei trasporti. Espandendo più rapidamente l’infrastruttura di ricarica, stiamo semplificando la transizione verso una mobilità rispettosa del clima per le persone e l’industria».
Gli eurodeputati della Commissione trasporti hanno anche approvato con 36 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni un progetto di mandato negoziale sulle norme sui combustibili marittimi sostenibili (FuelEU Maritime) che punta a «Ridurre le emissioni di gas serra del settore marittimo del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell’80% a partire dal 2050». La Commissione Ue ha proposto una riduzione del 13% e del 75%. Questo si applicherebbe alle navi di stazza lorda superiore a 5.000 tonnellate, responsabili in linea di principio del 90% delle emissioni di CO2, a tutta l’energia utilizzata a bordo o tra i porti dell’Ue e al 50% dell’energia utilizzata nei viaggi in cui il porto di partenza o di arrivo è al di fuori dell’Ue.
La Commissione trasporti del Parlamento europeo ha anche fissato un obiettivo del 2% di utilizzo di combustibili rinnovabili e imposto alle navi portacontainer e alle navi passeggeri di «Utilizzare a partire dal 2030 l’alimentazione elettrica a terra mentre sono ormeggiate nei principali porti dell’Ue. Questo ridurrebbe significativamente l’inquinamento atmosferico nei porti». Per garantire il rispetto di queste norme, gli europarlamentari sono favorevoli all’introduzione di sanzioni e dicono che «I ricavi da queste generati dovrebbero andare all’Ocean Fund e contribuire alla decarbonizzazione del settore marittimo, all’efficienza energetica e aelle tecnologie di propulsione a zero emissioni».
Il relatore sui combustibili marittimi sostenibili, lo svedese Jörgen Warborn del Partito Popolare Europeo. ha sottolineato: «Con il voto di oggi, tracciamo il percorso di gran lunga più ambizioso al mondo per la decarbonizzazione marittima. Questo accordo trova l’equilibrio tra garantire che i nostri obiettivi climatici siano raggiunti in modo efficiente, salvaguardando al contempo la competitività del settore marittimo e proteggendo le industrie e le famiglie dall’aumento dei prezzi».
Se il Parlamento europeo approverà questo progetto di posizione negoziale alla sessione plenaria dell’11 ottobre, gli eurodeputati avvieranno colloqui con i governi dell’Ue sulla forma definitiva della legislazione.