Fermare la guerra in Libia e Siria, salvare le vite nel Mediterraneo

Un nuovo intervento militare americano ed europeo avrebbe effetti più disastrosi di quello del 2011

[9 Marzo 2016]

Riceviamo e pubblichiamo

Il gruppo di lavoro su “La nonviolenza in Italia oggi” fa appello al governo e al parlamento affinché l’Italia si opponga a un nuovo intervento bellico americano ed europeo in Libia, ed affinché’ l’Italia si adoperi invece per un ponte navale ed aereo che consenta ai migranti in fuga dalla fame e dalla guerra di entrare in Europa in  modo legale e sicuro superando così le barriere frapposte da regimi razzisti, evitando nuove morti in mare, e impedendo che altri esseri umani innocenti finiscano negli artigli delle mafie dei trafficanti e degli schiavisti.

In Libia occorre un’iniziativa politica e diplomatica che sostenga efficacemente la ricostituzione di un ordinamento giuridico legittimo, riconosciuto e cogente sull’intero territorio; la ricostruzione di infrastrutture civili, servizi sociali, reti amministrative in grado di garantire la soddisfazione dei bisogni fondamentali e l’esercizio dei fondamentali diritti all’intera popolazione; la cessazione dei conflitti armati e il disarmo delle milizie tutte; l’affermazione della legalità che salva le vite e contrasta il crimine; una riconciliazione nazionale fondata sul rispetto del diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignità e alla solidarietà.

Occorre a tal fine altresì un consistente aiuto umanitario che consenta immediatamente condizioni di esistenza adeguate per tutte le persone che in Libia si trovano.

Un nuovo scellerato intervento militare americano ed europeo, come già quello sciagurato del 2011, avrebbe solo effetti vieppiù’ disastrosi, per la popolazione libica già vittima di troppi orrori, per le popolazioni dei paesi coinvolti nei nuovi folli bombardamenti terroristi e stragisti, per l’umanità intera.

Ma oltre all’opposizione alla guerra e all’impegno per la pace, la legalità e la civile convivenza, un altro impegno è necessario e urgente: soccorrere, accogliere e assistere le persone in fuga dagli orrori e dalle devastazioni, dalla fame e dalla guerra.

Milioni di esseri umani hanno perso tutti i loro beni e stanno rischiando le loro stesse vite lungo la fuga; occorre che siano soccorsi, accolti, assistiti. L’Europa, che una così’ grave responsabilità ha nell’aver contribuito allo scatenamento delle guerre che nell’ultimo quarto di secolo hanno devastato il vicino e il medio oriente, ha il dovere di accogliere le persone costrette alla fuga. Se altri paesi europei chiudono brutalmente e insensatamente le loro frontiere condannando così a ulteriori inaudite sofferenze ed al rischio della morte milioni di innocenti in fuga che hanno pieno diritto all’asilo, l’Italia rompa gli indugi e finalmente applichi senza più esitazioni quanto previsto dalla propria Costituzione: organizzi subito un servizio di trasporto pubblico e gratuito che rechi in salvo nel nostro paese quanti premono alle frontiere europee per trovare scampo. Con i due governi libici si concordi un ponte navale ed aereo per salvare i migranti che dalla Libia cercano di giungere in Europa. Con il governo greco, con il governo turco e se possibile anche con il governo iracheno e con quello siriano si concordi un ponte navale ed aereo per salvare i migranti che da quei paesi e attraverso quei paesi cercano di giungere nei paesi europei in cui potranno essere adeguatamente accolti e assistiti. In sede di Unione Europea ci si batta affinché i migranti presenti nei paesi dell’Unione abbiano diritto alla libera circolazione e ad abitare dove trovino più favorevoli condizioni di vita.

Fermare la guerra e salvare le vite sono il primo dovere di chiunque ha responsabilità pubbliche.

L’umanità si trova di fronte a una tragica distretta: visioni anguste ed egoiste sono inadeguate e nocive; occorre porsi dal punto di vista del bene comune dell’umanità.

L’umanità è ormai unita da un comune destino di vita o di morte; la politica deve dunque assumere un criterio ispiratore, una decisione concreta e coerente, che sia all’altezza dell’ora presente: questa decisione, questo criterio, è la nonviolenza: il ripudio assoluto delle uccisioni, la scelta assoluta di salvare le vite umane, la responsabilità per l’umanità intera e per l’intero mondo vivente.

Voglia il governo italiano, voglia il parlamento italiano, adeguare la propria azione a questo principio, a questo concetto, a questo valore: che è il valore, il concetto, il principio su cui si fonda il nostro ordinamento giuridico così come è inequivocabilmente stabilito nei “principi fondamentali” della Costituzione della Repubblica Italiana.

Fermare la guerra.

Salvare le vite.

 

Il gruppo di lavoro su “La nonviolenza in Italia oggi”

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo