Francia: zero regioni al Front National. 7 ai socialisti e 8 alla destra repubblicana
E’ Sarkozy il vero sconfitto? Dopo la COP21 Hollande aprirà agli ecologisti?
[14 Dicembre 2015]
La clamorosa vittoria del Front National (FN) al primo turno delle regionali francesi si è trasformata in un incubo umiliante al secondo turno: i neofascisti identitari e xenofobi di Marine Le Pen non hanno conquistato nemmeno le due regioni dve avevano superato il 40% ed erano praticamente sicuri di vincere. Il FN resta a bocca asciutta e i socialisti si aggiudicano 7 regioni (comprese Guadalupe e Guyane), mentre la coalizone di centro-destra è prima in 8 regioni (compresa La Réunion). La Corsica e la Martnica saranno governata da liste autonomiste che battono in entrambi casi la sinistra al ballottaggio. Questo non ha impedito all’estrema destra francese di realizzare la migliore performance elettoral della sua storia. Ma il fallimento della strategia lepenista è evidente ed a sconfiggere le ambizoni neofasciste di dventare classe di governo è stata la mossa del cavallo di Hollande che ha chiesto di votare al ballottaggio, per spirito repubblicano, i candidati sarkozysti, cosa che sembrano aver fatto anche verdi e sinistra radicale e cosa che, soprattutto è stata ricambiata, nonostante il diniego di Sarkozy, da gran parte dell’elettorato della destra repubblicana dove al ballottaggio erano arrivati in testa i socialisti.
Come scrive oggi Liberation: «Il FN ha fallito ovunque nel convincere la maggioranza degli elettori, manifestando nuovamente la sua difficoltà a superare il secondo turno. Come durante le dipartimentali, dove era arrivata al secondo turno in 1.100 cantoni, cioè la metà del totale, ma alla fine aveva ottenuto solo una sessantina di eletti». La destra italiana a trazione leghista potrebbe trovarsi, in un eventuale ballottaggio contro il PD, nella stessa situazione, con – come evidenziano anche i sodaggi – il soccorso “rosso” della “sinistra-sinistra” e di una parte dell’elettorato M5S pronti a votare per REnzi pur di evitare all’Italia una deriva razzista e fascistoide. Mentre il FN non sembra in grado di fare alleanze al di fuori del suo rabbioso recnto, il problema del centro-destra taliano potrebbe davvero essere l’alleanza con Salvini e i sui camerati di CasaPound e di Fratelli d’Italia.
Ma questa volta il FN è riuscito ad eleggere 356 consiglieri regionali, il triplo dei 118 del 2010 ed è diventata l’unica opposizione nazionale diffusa localmente. Inoltre 6.820.147 francesi hanno votato per il FN al secondo turno, 400.000 in più che alle presidenziali del 2012, malgrado una partecipazione nettamente minore alle regionali di ieri e con il 13% in più rispetto ad una settimana fa. Questo vuol dire che una parte dell’elettorato sarkozysta è disposto a vbotare per i neofascisti.
Ma il FN non va oltre il 45,2% della giovani Marion Maréchal-Le Pen in Costa Azzurra-Paca, mentre il FN a Parigi crolla al 10,2% nel secondo turno, dove i soui elettori, come in Corsica, smbrano aver scelto il voto utile alla destra repubblicana pur di non far vincere gli odiati socialisti nella regione della capitale o, ancor peggio, la coalizione della sinistra autonomista corsa.
Se il FN mette da parte i suoi sogni di aggiudicarsi 2 regioni, sono Les Républicains (LR) quelli che sembrano avere più problemi: l’affermazione della destra costituzionale in 8 regioni è un anche un fallimento personale per Nicolas Sarkozy: la sua linea politica non sembra funzionare , dopo il suo ritorno in sella dei gollisti nel 2014, l’ex presidente della Repubblica sembra più un problema che una risorsa per il suo partito, gli stessi candidati Les Républicains dicono che la gente non vuol più sentir parlare di Sarkozy I tre candidati più a destra dei LR, Laurent Wauquiez, Bruno Retailleau e Valérie Pécresse, non hanno voluto che Sarkozy partecipasse alla loro campagna elettorale per il secondo turno. In Bourgogne-Franche-Comté, i 90% degli attivisti LR-UDI che sostenevano François Sauvadet hanno votato perché Sarkozy non partecipasse ad una manifestazione elettorale.
Les Républicains ed i loro alleati hanno conquistato 7 regioni, 3 delle quali grazie alla desistenza ordinata dal Partito Socialista, ma non c’è stata la vague bleue promessa da Sarkozy, che ora si trova con un partito diviso e privo di linea, che deve ringraziare la sinistra mentre vorrebbe corteggiare il FN. Inoltre i sondaggi dicono che alle presidenziali Sarkozy sarebbe superato da Marine Le Pen (27% contro il 21%), ma se il candidato della destra repubblicana fosse un altro batterebbe quello de FN con il 29% contro il 27% .
Ma anche i socialisti hanno ben poco dai gioire: i recupero di popolarità di Hollande post-attentati e per il successo della COP21, annunciato proprio il giorno delle elezioni, non è certo il ritorno alla fiducia dei francesi verso una politica he non ha mantenuto le promesse. Grégoire Biseau su Liberation suggerisce a Hollande e al PS di «Approfittare dello slancio della COP21 e del successo delle liste dell’Union de la gauche per aprire la sua maggioranza diventata angusta, soprattutto agli ecologisti. Tuttavia, questo scenario cozza con due difficoltà. Per prima cosa, Hollande non dispone (o ha poco) margine in materia economica, salvo rimettere in questione quel che gli è servito da bussola durante il suo quinquennato: il ristabilimento dei conti pubblici. Poi, sul piano della sicurezza, Hollande non emenderà granché del suo dispositivo dello stato di emergenza, in un contesto di minacce terroriste. In queste condizioni, sarà difficile qualcuno vicino a Cécile Duflot (l’ex segretaria di Europe Écologie Les Verts, ndr) o per un portavoce dei “frondisti” ritornare al governo per approvare una politica fino ad ora diffamata. Ecco perché Hollande dovrebbe, da buon mitterrandiano, “dare tempo al tempo”. A rischio di non prendere le misure della contestazione che, questa volta, è stata respinta».